Zecchi: “Armonizzare le meraviglie culturali di Milano”

0 Posted by - May 11, 2016 - Kritika segnala

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Articolo pubblicato su ilGiornaleOFF

 
Stefano Zecchi insegna Estetica all’Università degli Studi di Milano, ha scritto numerosi saggi di filosofia e romanzi, è stato assessore alla cultura nella giunta di Gabriele Albertini e quella di adesso è la sua quinta campagna elettorale, candidandosi per le prossime elezioni comunali nella lista di Stefano Parisi. Il Giornale OFF ha fatto quattro chiacchiere con lui.

Cosa la lega a Milano, professore? Come nasce la Sua candidatura nella lista Io corro per Milano a sostegno di Stefano Parisi?

Sono molto legato a Milano perché qui ho studiato, qui ho fatto i miei passi più importanti nel lavoro, all’Università, nella politica, nella pubblica amministrazione. Provo per Milano un grande affetto e un sentimento di riconoscenza per quello che mi ha dato. Amo questa città. Sono nato e cresciuto a Venezia (e ci torno spesso), dove ho fatto per dieci anni il consigliere comunale e se Venezia mi ha dato il sentimento della vita, Milano mi ha dato gli strumenti per la vita. Mi sono candidato nella lista di Stefano Parisi perché me lo ha chiesto, con molta determinazione, Gabriele Albertini, cui sono legato da molto affetto e grandissima stima. Sarà la mia quinta campagna elettorale e devo dire che con il voto di genere mi si sono alleggerite molte difficoltà: il mio abbinamento con Ilenia Ferrario mi sta dando grandi soddisfazioni.

Come trova le strutture per la cultura a Milano? Qual è secondo lei l’approccio da tenere? Quali le criticità?

Come ben sa, Milano ha straordinarie potenzialità: i teatri, le Università, i musei, gli ospedali di cura e di ricerca. Abbiamo straordinarie eccellenze, che però hanno bisogno di essere coordinate: ci vuole un direttore d’orchestra che ne consenta il massimo potenziamento. Non sempre questo accade. Pensiamo ai musei: non sono collegati da una fondazione, che avrebbe la possibilità accelerarne i processi decisionali. Si tratta di carenze che tuttavia non è difficile risolvere. C’è poi il problema delle università: le sette Università (se comprendiamo il Conservatorio e l’Accademia di Belle Arti) rappresentano una ricchezza che si è dispersa. Con la moda e il design Milano è ben collocata nel contesto culturale europeo, quindi tutto sommato manca poco per massimizzarne il valore.

Quali sarebbero i suoi primissimi progetti per la cultura a Milano? E come risolverebbe i problemi di budget?

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