YINKA SHONIBARE

0 Posted by - April 25, 2014 - Recensioni

Non perdetevi la prima personale di Yinka Shonibare(1962), esponente del gruppo Young Britsh Artists, nella galleria Brand New Gallery. Una mostra da vedere, per l’inconfondibile linguaggio esotico pop dall’ironia pungente di questo artista anglo-nigeriano che dieci anni fa fece un exploit al PAC.

Meritano una riflessione i suoi manichini acefali, personaggi dandy, alieni, vestiti con abiti di foggia settecentesca realizzati con stoffe variopinte a stampe batick tipicamente africane. Spicca tra le altre l’inquietante Fox Girl, ragazza volpe ammantata in sontuosi abiti vittoriani e armata di pistola dorata e di Blackberry.

Domanda: ma questi tessuti non sono forse un prodotto per il mercato mondiale come gli abiti che rivelano status sociali di appartenenza? Inoltre, di Shonibare piace il modo di trattare con leggerezza temi impegnativi e quell’ironica componente teatrale che riadattata a messaggi di critica al colonialismo e post-colonialismo nell’epoca della globalizzazione, assume altri valori.

Queste e altre complesse tematiche intorno al concetto di razza, classe e cultura eurocentrica dell’Occidente, critica dell’epoca illuminista, quella del libero mercato, sono in estrema sintesi  i temi storici, politici e socio-antropologici sviluppati dall’artista che vanta un curriculum invidiabile, tanto che la prestigiosa Royal Academy of Arts di Londra l’ha eletto nuovo membro (2013).

Perché vedere la sua  mostra personale? Per il puro godimento visivo delle sue cinque opere fotografiche intitolate Fake Death Pictures, delle sue installazioni scultoree e delle altre immagini pittoriche cariche di citazioni di storia dell’arte occidentale del XVIII e XIX secolo, qui ibridate con l’intento di mettere in discussione concetti nazionalistici di identità culturale a favore di innesti transazionali. Imperdibile il film Addio al Passato, in cui l’ex moglie di Lord Nelson, figura emblematica dell’Impero Britannico, canta  La Traviata di Giuseppe Verdi in una scenografia eccentrica e kitsch di forte impatto teatrale.

Sulla scia del successo dell’opera Nelson’s Ship in a Bottle esposta a Trafalgar Square  (2010), questa mostra milanese ribalta la politica della Brand New Gallery, prima interessata a un lavoro di capillare ricerca di artisti stranieri emergenti, ora piegata  dalle logiche di mercato, a puntare sulla griffe. Quindi, critica  a parte, non fatevi abbindolare da trame etnico-estetiche e in generale da  tutte le opere che si dichiarano critiche contro il sistema  paludato dell’arte contemporanea, perché anche queste nascono e si sviluppano all’interno del contesto e della cultura del mercato internazionale. Siamo pronti a scommettere che Okuwi Enwezor, curatore nigeriano della 56° edizione della Biennale d’Arte di Venezia (2015), che aveva già promosso Yinka Shonibare  durante Documenta XI (2002), di sicuro lo inviterà all’importante rassegna-vetrina veneziana come esempio di cultura transnazionale.

Yinka Shonibare

Brand New Gallery
via Farini 32, Milano
www.brandnew-gallery.com 

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