ARTICOLO PUBBLICATO SU IL GIORNALE OFF
Nel corso di questi ultimi cinque anni l’abbiamo vista in diverse mostre, sia personali che collettive, in Italia e fuori dai confini patri, in gallerie private, spazi pubblici e fiere d’arte, presentando ad ogni occasione una novità estetica e compositiva che segnava una crescita esponenziale come il toro di Wall Street. Stiamo parlando di Emila Sirakova, nata a Sofia in Bulgaria nel 1984 ma residente a Milano da ventidue anni, artista che fa del segno e della macchia le essenze della propria cifra espressiva.
Cara Emila, nella tua produzione i riferimenti letterari (e musicali) non mancano: qual è la tua formazione?
“Direi che la mia sia la formazione di chi ama il mondo, i libri, i viaggi, la musica e la curiosità. Ovviamente ho avuto una famiglia che ha contribuito tantissimo sin da quando ero piccola a tutto quello che riguarda la cultura e l’interesse verso il mondo esterno. D’altra parte con nonna e madre giornaliste entrambe, non poteva essere diversamente. Poi ho sempre disegnato nella mia vita, a cinque anni avevo imparato anche a leggere e scrivere da sola disegnando le lettere. Mentre negli anni bui del comunismo in Bulgaria, c’era un periodo in cui avevamo tutti il regime della luce, due ore di elettricità e due senza. Io avevo all’incirca tre-quattro anni, e mia madre ogni sera mi leggeva un libro con la mitologia greca, a lume di candela. A cinque anni sapevo già tutti i miti a memoria ed ero già perdutamente innamorata dell’universo greco antico,
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