STERLING RUBY – EXHM

0 Posted by - May 5, 2013 - Recensioni

EXHM, che sta per exhumation, esumazione, è senza dubbio un titolo appropriato per la mostra di Sterling Ruby appena conclusa nei prestigiosi spazi di Hauser & Wirth in Savile Row, la via dei grandi sarti londinesi. Al suo debutto con la potente galleria svizzera, che vanta una presenza ormai consolidata a Londra e New York, Sterling Ruby si aggiunge a una scuderia che include alcuni dei più importanti scultori contemporanei, da Paul McCarthy a Ron Mueck, da Louise Bourgeois a Berlinde de Bruyckere.

Esumazione non sembra riferirsi solo al contenuto della mostra, definita nel comunicato stampa come “una raccolta di atti autobiografici e di archeologia sociale e artistica”, ma anche al trattamento riservato alla memoria del maestro di Ruby, Mike Kelley, tragicamente scomparso all’inizio dello scorso anno. Entrambi gli artisti ben rappresentano la tradizione di Los Angeles e della West Coast, varia, spettacolare e invasiva rispetto allo spazio, ma con alcune importanti differenze. Kelley, recentemente celebrato in una colossale mostra allo Stedelijk di Amsterdam, aveva trovato una sua cifra, o meglio molte cifre, nell’eclettismo esasperato, nell’uso di qualsiasi media per trattare i temi più vari, uniti dal filo rosso della polemica politica, dell’analisi sociologica e della ribellione giovanile. Dato cruciale: una mostra di Kelley rimane interessante anche dopo dieci sale, e lascia lo spettatore curioso di scoprire cosa ci sarà nella prossima. Ruby, con una gamma espressiva molto più limitata, riprende il lavoro del maestro nel senso della varietà delle tecniche e imitandone il frequente divertissement dei pupazzi di peluche assemblati tra loro, ma ha un approccio molto più semplicistico, raggiungendo quindi un risultato non altrettanto interessante.

Le opere in ceramica, intitolate Basin Theology, consistono in una serie di recipienti dalla forma semplice, riempiti di frammenti e scarti di altri lavori in ceramica. Difficile poterne dire molto di più. L’uso dello scarto li accomuna ai banali collage a parete, composti incollando residui della lavorazione delle grandi sculture in poliuretano (così dichiara il comunicato stampa). Un elemento d’interesse è l’aspetto minaccioso delle Stalagmiti e delle altre sculture colossali che invadono gli spazi della galleria. Ricoperte da colate di smalti accesi e vernice spray, queste sculture costituiscono forse l’iconografia più aggressiva e più riconoscibile dell’artista. Il grande blocco orizzontale CDCR, dipinto di blu e di un rosso profondo ma brillante, fa pensare a un gruppo di vasi sanguigni sezionati, a una resezione di un organo; se visto dal lato opposto può ricordare un macchinario, in una sorta di fusione bionica di grandi proporzioni, o ancora il tamburo di un revolver.

Le opere esautorano lo spazio dell’ampio volume della galleria Nord, cosa di per sé non facile. Tuttavia sarebbe stato più stimolante se Sterling Ruby avesse tentato una maggiore interpretazione dello spazio, come fece per la mostra nella sede londinese della galleria Spruth Magers nel 2009. In quell’occasione, confrontandosi con Rothko in mostra nello stesso periodo alla Tate Modern, aveva lavorato con colori distribuiti in modo irregolare su forme minimaliste, contestando il rigore del movimento di Sol LeWitt e colleghi con il motto Kill Minimalism/Long Live the Amorphous Law.

In questo caso non si può dire che Sterling Ruby non sia riuscito a creare da Hauser & Wirth una mostra amorfa, per l’appunto, in linea col suo manifesto. Però se in futuro vorrà mantenere alto l’interesse verso la sua opera, farà meglio a cercare una maggiore struttura e soprattutto più novità nel suo processo creativo.

Sterling Ruby | EXHM

Hauser & Wirth London
23 Savile Row, London W1S 2ET, U.K.
london@hauserwirth.com
www.hauserwirth.com

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