STÉPHANE BLUMER | EPI(DEIXIS)

0 Posted by - February 11, 2013 - Recensioni

La By Gallery di Milano è il contesto della prima personale in Italia di Stéphane Blumer (Ginevra, 1985). Epi(deixis), questo il titolo della mostra, traduce due figure retoriche della letteratura e della linguistica, l’ellissi e la deissi, coi mezzi espressivi dell’arte visiva: video, performance, pittura e scultura. Mentre l’ellissi consiste nell’omissione di una parola da una frase senza con ciò stesso sacrificarne la deduzione (per esempio in “Da morir te e i tuoi occhi” manca la parola “amo”, ma la frase in sé è sensata), la deissi è quella funzione che in linguistica indica il proprio referente omettendolo (ad esempio nella frase “eccolo qui”). In entrambi i casi il contesto è di fondamentale importanza e non per niente la neonata galleria milanese è lo spazio espositivo in cui si contestualizza la produzione di questo giovane artista ginevrino, così pregna di rimandi alla linguistica e alla filosofia del linguaggio.

Questa è l’era della comunicazione anonima: Wikipedia, YouTube e, per certi versi, i vari social networks come Facebook, dove l’identità dell’utente non sempre è palesata ma anzi “nascosta” dietro pseudonimi e alter ego similari, sono le forme di una comunicazione spontanea che coinvolge migliaia e migliaia di utenti in un’epoca caratterizzata dalla convulsa volontà di condividere saperi, esperienze e stati d’animo. E’ un’epoca contrassegnata dal dominio dell’immagine (i simulacri dello stracitatissimo Baudrillard), in cui si capovolge altresì l’impulso voyeuristico caratteristico delle passate generazioni percettive. Come il voyeur osserva una situazione senza far percepire la propria presenza, così l’internauta si mostra a milioni di utenti della Rete. Per dirla con Paul Virilio, «i nostri contemporanei non vogliono più vedere ma unicamente essere visti da tutti i mezzi della televeggenza audio-visiva».

A questa situazione si accompagna l’evoluzione stessa della modalità di comunicazione, con la ri-alfabetizzazione o l'”addomesticamento” dell’alfabeto tradizionale con i grafemi e le emoticons che ogni utente di internet ben conosce: per esprimere approvazione non si usa più la semantica “tradizionale”, ma una faccina che sorride. Una simile violenza alla sintassi e alla semantica può dare il voltastomaco ai puristi che si son formati sui libri cartacei e ai nostalgici, ma questa è l’applicazione della tecnica, bellezza, è la velocità della comunicazione che si è adeguata alle piattaforme (computer, cellulari) che la veicolano. Cambiano i rapporti interculturali e cambia il linguaggio, universalizzandosi a prescindere dalle determinazioni identitarie.

Stéphane Blumer ha già intuito questo stato di cose. Visitate la sua mostra alla By Gallery di Milano: è completamente immersa nel presente. E’ fedeltà al presente come meglio non potrebbe. Vedrete la serie Emoticons, pittura nuda e cruda che ripropone in modo tridimensionale le suddette “faccine” ma senza concedere alcunchè a vaneggiamenti poppeggianti et similia, e Inter[…]Views, due video con una serie di interviste prive di…semantica. E’ il non sense dei tempi odierni, rappresentato da Shave #4: tre punti di sospensione barbuti prima e tosati poi, a rappresentare i tre puntini che seguono il World Wide Web. Ma anche l‘annullamento di senso che la comunicazione quotidiana subisce. Senza che, con ciò stesso, noi utenti del linguaggio e aficionados di Internet, ne impazziamo. Perché questo è (anche) il nostro linguaggio.
 

 
Stéphane Blumer | epi(deixis)
By Gallery
via B. Garofalo 31, Milano

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