ARTICOLO PUBBLICATO SU IL GIORNALE OFF
L’avevamo visto lo scorso anno a Bologna Artefiera nello stand della galleria Robilant + Voena, con quella sua figurazione enigmatica fatta di inserti di anatomie meccaniche a metà strada fra l’immaginario dell’osceno di Georges Bataille e le suggestioni cyberpunk di J. C. Ballard e Philip Dick, il tutto in una prospettiva che in senso stretto possiamo annoverare nel Pop di derivazione inglese -quindi molto “criticism” e pochi riferimenti all’oggettistica mainstream.
Stiamo parlando di Sergio Sarri (Torino, 1938, vive e lavora a Calice Ligure), collocabile in quell’area della Pop Art del Nord Italia distinta e distante dalla sezione romana e che infatti espatria verso scenari come si è detto soprattutto inglesi.
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