Se penso alla nuova edizione del Premio Fabbri per le Arti Contemporanee, in villa Brandolini, Pieve di Soligo, la parola che mi viene in mente per descrivere l’esposizione è trasformazione. Si, perché, nonostante non ci sia un tema prestabilito, sembra che gli artisti che vi fanno parte abbiano colto questo particolare della nostra realtà, declinato nelle sue varie sfaccettature.
A partire dai vincitori delle due sezioni, rispettivamente Paola Pasquaretta per Arte emergente e Discipula per Fotografia contemporanea, ci troviamo di fronte a delle vere e proprie trasformazioni: nel primo caso il masso che viene riproposto ingigantito in polistirolo, in memoria del terremoto del Friuli che colpì la comunità nel 1976, è il risultato della trasformazione della materia: da sasso proveniente dalla montagna, a elemento da costruzione, per poi tornare pietra, restituita alla natura e in seguito divenuta oggetto d’arte. I Discipula invece lavorano su un piano diverso, quello della trasformazione informatica, proponendo la distruzione di un’immagine per mezzo della manipolazione del suo codice JPG, come pure Alessandro Calabrese, che lavora anch’esso sulla smaterializzazione dell’immagine attraverso Google e il suo bagaglio infinito di informazioni che si sovrappongono.
La trasformazione della materia è visibile in molteplici lavori, tra cui Marco Maria Zanin, che con Copernico riproduce un calcinaccio proveniente dalle numerose demolizioni che avvengono nella città di San Paolo, riponendo attenzione su un oggetto apparentemente insignificante, ma che scatena reminiscenze e ricordi, accentuati dalla collocazione fotografica in un ambiente etereo. Niccolò De Napoli genera invece equilibri precari, mettendo insieme materiali e sfere differenti: partendo da un monolite in cemento, simbolo della staticità e della primitività, associa un’asta da campeggio che regge, con la sua tensione tra blocco e muro, un drappo bianco. Sembra che l’asta possa schizzare via da un momento all’altro, rompendo il fragile equilibrio che si è generato tra corpi di diversa natura, invece il legame non si spezza e rimane un affascinante mistero di relazioni tra elementi.
La trasformazione dell’informazione e la creazione di false realtà è ben visibile nei lavori di Paolo Ciregia, menzione di Arte emergente, che tratta il sistema del totalitarismo, come pure Orbita Zero rimasugli di Corinne Mazzoli, la quale trasforma una ballerina di Pole Dance in soldato che esegue degli ordini. Altra storia per Bruno Baltzer e Leonora Bisagno, menzione di fotografia, che per testimoniare una visita di Stato del presidente Hollande in Lussemburgo usano uno strumento scientifico per fotografare un evento giornalistico: l’incongruenza del dispositivo riesce a captare elementi che nessuno avrebbe potuto osservare altrimenti.
L’occhio è un altro strumento di trasformazione e ce lo insegnano There is no Pink di Chiara Campanile, facendoci vedere, attraverso sovrapposizioni di tulle, un colore che in realtà non è presente e Conversion of Light di Nicolò Cecchella, che propone una fotografia al limite tra realtà e astrazione, modificando il paesaggio naturale e creandone una riscrittura con il fosforo. Anche Valentina Ghiringhelli lavora sulla percezione degli stimoli luminosi da parte dell’occhio, ricordando che il cervello rielabora le informazioni sensoriali per restituirne un’interpretazione della realtà.
Un’altra forma di mutamento è senza dubbio la magia, ed ecco che Roberto Fassone indaga i processi della psicoterapia ridisegnando i momenti di trasformazione di tre film Disney: il momento in cui Ursula ipnotizza Eric, quello in cui il Genio libera dai fondali Aladdin e quello in cui la Bestia torna ad essere uomo. Sono cartoni animati, ma non sono fatti per far divertire, come non è più ludico lo skydancer di Davide Sgambaro, menzione di Arte emergente, il quale giace sul pavimento privo di energie e vitalità, distrutto a contatto con il soffitto, nel tentativo di raggiungere un libertà non consentita.
La morte è un tema che viene affrontato con il toccante lavoro della menzione di fotografia contemporanea, Valentina D’Accardi, che ripercorre il tragitto affrontato dal corpo di una giovane donna annegata nelle acque del Reno negli anni ’70, cercando di vedere con gli stessi occhi i luoghi che il cadavere non ha visto: stessi occhi perché sangue del proprio sangue, infatti la povera donna morta altri non è che la nonna dell’artista. Davide Ghelli Santuliana invece affronta la morte da ricercatore, catalogando e schedando gli omicidi del Triangolo della morte, avvenuti tra il 1945 e il 1946, ma non soffermandosi sui moventi delle uccisioni, bensì proprio sul fatto di uccidere: l’opera si intitola Il sangue non odora, proprio perché non è importante il perché o chi viene ucciso, ma il fatto stesso di compiere tale azione spinge l’artista a porre una riflessione, affinché nulla venga lasciato all’oblio.
Vorrei citare molti altri autori, ma decido di concludere con Flow di Federica Di Carlo, perché sembra portarci dal particolare al generale, proponendo un’opera che non è necessario vedere nella sala in cui è collocata, ma è sufficiente farsi cogliere impreparati dal suono penetrante di un gong (che richiama la campana a lutto), il quale, con un sofisticato meccanismo che capta i raggi cosmici, ci segnala che una stella nell’universo è morta. Questa è un’opera imprevedibile, non può essere controllata, come non possiamo controllare la vita che scorre, ma solo parteciparvi e prendere atto di ciò che sfugge al nostro controllo.
Invece di continuare a sostenere che l’arte contemporanea non è comprensibile o non è utile, provate a farvi guidare dalle sensazioni che si respirano in queste sale: non osservate le opere con l’occhio di chi deve portarsi a casa un quadro da appendere in cucina, perché non troverete questo, ma per chi vuole coglierlo, c’è sicuramente un promemoria da appendere alle pareti della nostra coscienza…
Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee
A cura di Carlo Sala
Villa Brandolini, Pieve di Soligo
26 novembre – 18 dicembre 2016
Orari: ven-sab: 16-19; dom: 10-12.30/16-19
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