Pier Paolo Calzolari (Bologna,1943; vive e lavora a Fossombrone), protagonista negli anni Settanta dell’Arte Povera con Anselmo, Boetti, Fabro, Kounellis, Mario e Marisa Merz, Paolini, Pascali, Penone, Pistoletto, Prini e Zorio, è ora presentato a Milano da Repetto Projects in una mostra poetica e discreta, da osservare in silenzio. E’ una mostra da non perdere, in cui la fragilità della vita viene evocata senza essere descritta.
Avere pallido il viso avere bianco il viso (1980), opera fatta con sale e piombo, D’apres Capodanno (1980), con foglie di tabacco Virginia, tubi fluorescenti rossi, una candela, un trasformatore, dimmer box. E poi altre composizioni di materiali poveri Senza titolo, che coprono un arco cronologico dal 1978 al 2010, spiazzano per leggerezza e romanticismo anche lo spettatore non addentro alle complesse trame dell’arte contemporanea.
Pier Paolo Calzolari, già noto per installazioni con serpentine dei frigoriferi che “ghiacciano” lo spazio, materassi vecchi, lampadine, carboncino, grafite, inchiostro, sale, fiamma, paraffina, capelli, fiori, schiuma, brina, vetro, piombo, rame, mercurio, ottone, stagno e altri materiali poveri, in questa esposizione si emancipa dalle tematiche ideologiche o sperimentali implicite nell’Arte Povera e vola più leggero: lascia la terra e si libra verso l’orizzonte della poesia. Gli bastano una piuma, un guscio di noce sospeso a un filo d’acciaio su un brandello d’intonaco, candele esili come fiammiferi, rigorosamente bianche, che, accanto a un neon illuminato, foglie di rame accartocciate simili a quelle cadute nel bosco in autunno o superfici ricoperte di sale, elevano un inno alle cose semplici. Lo conferma anche il titolo dell’esposizione Sur l’aile du tourbillon intelligent, ispirato a un verso della poesia Le vin des amants dei Fiori del Male di Charles Baudelaire.
Quando poesia e arte si abbracciano in una tensione armonica, dove la dimensione umana si materializza e nello stesso tempo si dissolve in forme libere, per Calzolari anche i materiali svelano armonie inesprimibili inscrivendosi nella memoria. L’artista è poverista nell’uso dei materiali, ma è poeta nel cogliere i processi metamorfici della vita nelle materie organiche, giocando con gli slittamenti, i passaggi dallo stato liquido a quello solido , come per esempio accade con la cera che si scioglie se scaldata dal fuoco o l’acqua che diventa brina o ghiaccio se raffreddata.
In questa carrellata di assemblaggi materici mai casuali, di medie e piccole dimensioni, basate sul dettaglio, che sembrano seguire un misterioso spartito, si materializzano contrappunti tra pieni e vuoti, intermezzi tra un pensiero e l’altro, tracce di organicità disposte in maniera armonica, paradossalmente “classica ” da un punto di vista compositivo e formale. Affascinano perché operano sui sensi e attivavano relazioni tra il tempo, la persona e il luogo.
Il verso della poesia di Baudelaire si conclude con queste parole:
dans un delire parallèle
Ebbene, le opere di Pier Paolo Calzolari ci fanno naufragare proprio in questo delirio parallelo tra spirito e materia, agitando la nostra conoscenza del mondo.
Pier Paolo Calzolari | Sur l’aile du tourbillon intelligent
Repetto Projects
via Senato 24, Milano
info@repettoprojects.com
www.repettoprojects.com
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