Un lamento. Un lamento continuo e imperante, quello che ci arriva ormai da ogni dove, quando si parla della condizione del nostro Paese.
Siamo diventati incapaci di guardare oltre, di andare a fondo nelle cose. Ma là fuori c’è un mondo, neanche poi così sommerso, dove giovani e meno giovani fanno ancora prendere il volo ai propri sogni e alle proprie idee, credendo in se stessi e continuando a seguire le proprie ambizioni. Come Omar Galliani e Alessandro Busci. Il primo, classe ’54, appartenente alla “vecchia guardia” e il secondo, classe ’71, allievo di Flavio Caroli, curatore della mostra Omar Galliani / Alessandro Busci. Un passaggio di generazione (Centro di Gravità Permanente) al MAGA di Gallarate. Caroli gli diede del pazzo, quando Busci gli disse che invece di fare l’architetto avrebbe fatto il pittore. Ma Alessandro non si arrese e oggi si ritrova a esporre in un importante spazio espositivo. I suoi studi di architettura li ha trasferiti nella pittura, elevando in maestosità il grattacielo Pirelli e lo stadio Meazza di Milano, modellando di volumetrie plastiche aerei che nell’immaginario dello spettatore prendono il volo tra apparenti schizzi di sangue, e magnifici cieli impetuosi. Pura magia. Busci non ha avuto paura di osare e di credere in se stesso. Negli anni Novanta il ragazzo era poco più che ventenne e sarebbe dovuto appartenere alla Generazione X dei senza speranza e magari per un po’ si sarà anche sentito così. Ed ora eccolo qui, durante l’inaugurazione, davanti a una folla di giornalisti, e collezionisti. E non è stato per nulla invalidante per lui esporre insieme a un Maestro come Omar Galliani, che occupa tutto il piano superiore del MAGA con le sue opere immense e sublimi, come La principessa Liu Ji nel suo quindicesimo anno di età, un trittico di due metri per sei con matita e tempera. Matita e tempera, esatto, con minuziosa attenzione.
Albert Camus diceva che l’arte contesta il reale ma non vi si sottrae e i due artisti in questione non sono certo venuti meno alla possibilità di rappresentare il mondo là fuori, descrivendolo con i loro occhi e le loro sensazioni, alla ricerca della qualità come di quel centro di gravità permanente, come cita lo stesso Caroli parlando con la voce di Franco Battiato. Un dialogo reale, tra un artista già storicizzato e un autore giovane ma affermato. Una dimensione classica, mitica, per Omar Galliani. E romantica e visionaria per Alessandro Busci.
“Galliani ci propone un viaggio nell’archetipo della bellezza occidentale, un viaggio nel mito”, spiega il curatore della mostra. “Busci invece ci riporta all’arcano del visibile, a un mondo misterioso e futuribile, il cui primo cantore è stato Ridley Scott”
La mostra è anche corredata da una pubblicazione, edita da Silvana Editoriale, che Flavio Caroli non esita a definire come un vero e proprio libro d’artista.
Una mostra d’avanguardia che ci fa rimpiangere meno di appartenere a questo paese e che, anzi, ci ricorda che siamo ancora capaci di mettere al mondo buone idee e buona arte.
Omar Galliani – Alessandro Busci | Un Passaggio di Generazione (Centro di Gravità Permanente)
Museo MAGA
Via De Magri 1
21013 Gallarate, Varese
www.museomaga.it
comunicazione@museomaga.it
No comments