OMAGGIO A GABRIELE BASILICO. RICOGNIZIONI SULLA TERRAFERMA

2 Posted by - July 21, 2015 - Kritika segnala, Recensioni

A Villa Brandolini, a Pieve di Soligo, è in corso la mostra Omaggio a Gabriele Basilico, nella quale è possibile vedere tre serie fotografiche di uno dei più importanti autori di paesaggio del secolo scorso. Circa sessanta opere raccontano con uno sguardo inconsueto la Venezia di Terraferma: Marghera, Mestre, e la strada che unisce quest’ultima a Treviso.

L’ultima serie racchiude un gruppo di opere raffiguranti ponti, case e costruzioni architettoniche che sono diventati dei nuovi simboli del quotidiano per chi affronta quel tragitto; il percorso che va da Mestre a Treviso è una strada dritta, costellata da luoghi che riconosciamo e che sono parte del nostro vissuto e che pur nella loro peculiarità si amalgamano al territorio.

È interessante notare la differenza sostanziale tra la serie delle opere riguardanti Marghera e quella su Mestre.

Nella prima si può riscontrare una sorta di velo nostalgico che attraversa una città nata per essere centro operativo, luogo di lavoro e di produzione industriale, ma che è diventata presto residuo archeologico. Basilico fotografa il paesaggio edilizio di Marghera come se fossimo di fronte ad una sorta di Pompei del contemporaneo, sulla quale è calata una sostanza in grado di bloccarla nel tempo e di ridurla a reperto di un determinato modo di costruire e di vivere la quotidianità.

L’artista mette a nudo un luogo che prima era efficiente e operoso, e che ora è diventato lo scheletro duro e silenzioso di un periodo storico ormai tramontato, quello del boom economico, seguito dalla crisi e dal conseguente abbandono di molte fabbriche che prima tenevano occupate migliaia di persone.

Mestre si presenta invece in una veste architettonica razionalista, come città-dormitorio per gli operai della zona industriale, nata tuttavia senza un progetto urbanistico ben determinato, ma generatasi per mezzo di un continuo innalzamento di costruzioni destinate ad assecondare la natura dinamico-economica della città.

Il Maestro ritrae la Venezia di terraferma in modo totalmente differente dalla rappresentazione cui siamo abituati: egli si concentra sull’Italia minore “la sola che noi conosciamo, comprendiamo, viviamo”, per citare le parole di Carlo Arturo Quintavalle, contenute nel catalogo della storica mostra Viaggio in Italia, staccandosi nettamente dall’immagine turistica proposta, fin dalla metà dell’Ottocento, che proponeva gli stereotipi e i simboli che tutti ricercano durante un viaggio, come per sentirsi rassicurati dal riconoscimento di un elemento.

Basilico ci porta di fronte ad una città che abbiamo costantemente sotto gli occhi, ma ponendo l’attenzione su aspetti che non abbiamo mai osservato, presi da un punto di vista smaliziato e puro. Ecco che dai suggestivi canali e dalle gioiose corti veneziane, ricche di colori, si passa alle strade grigie e ai rigidi parcheggi mestrini, incorniciati dalla presenza ingombrante di banche, officine e luoghi adibiti al solo lavoro, i quali mettono in contrapposizione l’apertura e la socializzazione di Venezia al rigore e alla chiusura di Mestre.

L’allestimento delle opere non è casuale, rispecchiando infatti la pulizia e la razionalità propria di Basilico, senza lasciare spazio ad alcun elemento che possa ostacolare o disturbare la visione e l’immersione nelle sue fotografie.

Nulla, grazie alla curatela di Riccardo Caldura e Carlo Sala, è lasciato al caso e lo spazio espositivo si presta adeguatamente ad accogliere le opere, dando allo spettatore l’impressione di poter quasi entrare all’interno delle città descritte dall’autore.

Il lungo corridoio bianco delle “ex serre” di Villa Brandolini diventa la trasposizione perfetta di un viaggio attraverso le strade della Venezia di Terraferma, quella che da turisti non andremmo mai a visitare, ma che da cittadini quotidianamente abitiamo e che chiamiamo affettuosamente “casa”.

Omaggio a Gabriele Basilico. Ricognizioni sulla Terraferma
a cura di Riccardo Caldura e Carlo Sala

All’interno del Festival F4 / un’idea di Fotografia

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