NICOLAS DESHAYES: SNAILS | EGAN FRANTZ: TAILS

0 Posted by - July 5, 2013 - Recensioni

Nel cuore della Milano industriale la Brand New Gallery è vincente con la formula della doppia  personale di artisti emergenti stranieri che rivisitano le avanguardie storiche del Novecento in maniera originale. In particolare, la mostra in corso di sculture e installazioni site specific di Nicolas Deshayes (1983, Nancy, Francia) e Egan Frantz (1986, Connecticut, Usa) produce i suoi frutti, certo non commestibili,  bensì concettuali. Nella prima ampia sala della galleria non fatevi prendere dallo sconforto di fronte a Shimmering horizons tans di Nicolas Deshayes: cinque orripilanti sculture di plastica a terra, realizzate attraverso calchi di yarms (ortaggi appartenenti alla famiglia dei tuberi di verdure sotterranee che emergono in superficie come enormi patate dolci), molto diffusi nella City londinese e in particolare nelle comunità afro-caraibiche, dipinte con diverse sfumature di marrone. L’autore, residente a Londra, dove ha conseguito una laurea al Chelsea College of Art and Design e un master al Royal College of Art specializzandosi in scultura, incentra la sua ricerca sulle relazioni tra il naturale e l’artificiale, l’organico e l’industriale, documentate con la sua non facile mostra, intitolata Sanalis. Queste tematiche sono state teorizzate da Gillo Dorfles e alla fine degli anni Sessanta messe in opera da Piero Gilardi, noto per Tappeti-natura, orti in poliuretano espanso.

Ma impressioni superficiali e considerazioni a parte, se entriamo nel merito della sua sperimentazione di potenzialità scultoree di nuovi materiali, Nicolas Deshayes sorprende per la capacità di mescolare il Minimalismo con la Process Art, sovrapponendo forme geometriche alla Carl Andre a quelle organiche di Lynda Benglis. Le sue forme bitorzolute, falliche di tuberi plasticati, più simili a un cumulo di feci che ad ortaggi, volutamente disgustose, sono solo un presupposto formale per indagare lo spazio e portare in superficie paure recondite di chissà quale post-tecno -modernità in atto. Anche la monumentale installazione composta da otto pannelli modulari, dal titolo Sour Fruits – una decorazione architettonica fissata su binari orizzontali agganciati ai muri, che sembrano slittare lungo le pareti – rappresenta stratificazioni materiche, simili a muffe che eruttano dalle pareti algide della galleria, sollevando inquietanti domande sulla produzione di massa e sui processi di trasformazione artificiale della natura, svelando fobie recondite della nostra società anestetizzata contro lo sporco e tutto ciò che è sotterraneo, oscuro e non controllabile. Sono irresistibili i raffinati altorilievi in alluminio Botanique Pudique, che si espandono nello spazio “incorniciando” relazioni altrimenti impercettibili tra le sculture e il luogo. I Ispirati all’Art Nouveau, sono un inno al movimento insito nella Natura, frutti e viticci germinanti che  testimoniano l’interesse di Nicolas Deshayes per la scultura in relazione all’architettura e una capillare ricerca di materiali innovativi in contrapposizione alla smaterializzazione dell’arte della sua generazione, caratterizzata da una formazione internettiana e imbevuta di cultura digitale.

Nelle altre due sale della galleria debutta invece Egan Frantz, promettente talento americano che presenta la mostra Tails, formata da cinque opere new-pop/concettuali che spaziano fra sculture di  baguette di grande formato sotto teche d’ispirazione minimalista, frecce conficcate nelle pareti, aghi e  una guache di una coda di un elefante, simile a una proboscide che avrebbe mandato in  visibilio il Piccolo Principe di Antoine De Saint Exupéry. Il lavoro di Egan Frantz, basato sull’assemblaggio di oggetti preesistenti, va preso sul serio perché le sue opere rispecchiano gli stessi procedimenti che regolano il linguaggio. Per capire Egan Frantz bisogna vederlo dal vero: è sorprendente l’installazione realizzata con secchio PVC, acqua minerale e distillata, guarnizioni, adesivo, tubi di plastica , canaline di ottone e compressore elettrico che partono dal bagno e mappano lo spazio, configurando altre spazialità con l’idea di tessere tele di significati e dimostrare che i paradossi e l’assurdo sono un principio dell’arte concettuale ma con leggerezza

Nicolas Deshayes: Snails | Egan Frantz: Tails

Brand New Gallery
via Farini 32, Milano
infoo@brandnew-gallery.com
www.brandnew-gallery.com

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