MICHAEL JOHANSSON | STILL LIFES

0 Posted by - December 23, 2012 - Recensioni

Minimalismo formale, accorpamenti rigorosi e geometrici di oggetti di uso quotidiano, materiali industriali e naturali come vetro, legno e cuoio, combinazioni cromatiche, sensibilità compositiva e spaziale: queste sono le caratteristiche delle sculture monocrome atemporali di Michael Johansson (1975, Trollhättan, Svezia), artista giunto a Milano per la seconda personale nella galleria The Flat Massimo Carasi, dove si trovano opere realizzate con oggetti vissuti, scomposti e ricomposti per dare vita a nuove forme, immobili, solide e geometriche.

I suoi Still lifes (nature morte) sembrano monoliti della memoria, pefetti incastri cubici o parallelepipedi, frutto di giochi per adulti e passatempi razionali che ricompongono gli oggetti immobili “senza vita” in nuove associazioni formali, dove il colore assume il ruolo di protagonista.

Di Johansson seduce la grande installazione composta da sei mobili intitolata Still life (2011), complementi d’arredo che alternano colori primari e complementari disposti nel piano rialzato della galleria, come astratti mobili di chissà quale casa di bambole o palcoscenico di un teatro dell’assurdo, in cui l’immobilità è di scena. Osservateli bene e scoprirete che sembrano animarsi di nuova vita, lasciando allo spettatore il compito di immaginare altri significati e scenari.

Le sue sculture geometriche s’ispirano alle forme primarie, ma non sono fredde, seriali e distaccate come nella Minimal Art americana: l’accorpamento di uno stesso colore secondo tonalità declinanti mette in discussione non soltanto la serialità insita delle opere minimaliste, bensì anche la loro inconfutabile astrattezza e immanenza.

Completano la mostra due opere della serie del kit di montaggio Strings Attached (2012), strutture monocromatiche e algide come i cubi di Sol Lewitt, imprevedibili per l’abilità compositiva di oggetti diversi che dialogano con l’installazione antistante, connotate da una maniacale ricerca di fissità cromatica e formale.

Cercate, appesa a una parete, la fotografia Ghost V, un ambiente total white che si riferisce all’installazione site-specific nella galleria presentata nel 2011. Johansson è perfezionista nella sua tecnica di ricomposizione e ordinatissimo nel suo studio, svelando l’intento di ricomporre in elementi semplici le disarmonie e il caos che lo circondano. Forse alla ricerca, come tutti noi, di un’utopistica stabilità.

 

Michael Johansson | Still Lifes

The Flat Massimo Carasi
via Paolo Frisi 3, Milano
carasi-massimo@libero.it
www.carasi.it

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