MICHAEL BEVILACQUA | ELECTRIC CHAPEL: THE SPIRITUAL IN ART | THE FLAT MASSIMO CARASI

0 Posted by - September 15, 2014 - Kritika segnala, Recensioni

Michael Bevilacqua (1966; vive e lavora a N. Y.) torna a Milano per la sua quarta personale da The Flat – Massimo Carasi con Electric Chapel: the Spiritual in Art, inedita produzione artistica che segna un altro passo avanti nel corso della fortuna espositiva dell’artista N. Y. based

Non a caso questa nuova serie di opere di Michael Bevilacqua, la cui presentazione in anteprima è coincisa con la folie della fashion week di Milangeles (cittadine e cittadini, sembravate i turisti che in Costa Smeralda si agitano perché là in fondo è ormeggiato lo yacht con dentro i vip), per certi lapalissiani riferimenti metapittorici e pittorici stricto sensu nasce all’insegna di Vasilij Kandinskij e Mark Rothko.

Electric Chapel: the Spiritual in Art è caratterizzata da un approccio metateorico alla disciplina della pittura. E Bevilacqua, che ha studiato Kandinskij, ha tratto gran beneficio dalla sua lezione: nel celeberrimo saggio –Lo Spirituale nell’arte– il pittore russo affermava infatti come la “coralità” dei sensi -percezioni visive, auditive e tattili- occasionata dalla grammatica della pittura si armonizzasse coi sentimenti e i pensieri che necessariamente l’individualità artistica riversava nel quadro, il cui linguaggio era il “risuonare insieme” di colore e forma in una “totalità” sensoriale proteiforme.

E, lo sanno tutti, ma proprio tutti, il lavoro di Michael Bevilacqua è SEMPRE stata improntato a una sinestesia delle percezioni, soprattutto in strettissima connessione con la musica: basti pensare alla sua bipersonale con Dean Sameshima -di cui potete vedere il video fichissimo qui.

Ma ora il pittore americano, che tanto e sempre ci ha affascinato con le sue opere rockarolla e potenti, ci regala vibranti campiture di colore a pittura spray -e qui vedrete come Electric Chapel: the Spiritual in Art sia un importante tributo a un altro gigante della pittura e del pensiero, Mark Rothko-, su cui sta, fissa e sussistente, l’espressione sensibile di pensieri e sentimenti e passioni attraverso parole e frasi, talvolta integre talaltra cancellate: apparato testuale che si accompagna al film pittorico secondo recondite e sfacciate armonie che determinano slittamenti e traslitterazioni e sovrapposizioni di senso e colore.

C’è tutto Michael Bevilacqua in questa mostra, con un’inedita drammatizzazione teatrale realizzata a mezzo paraphernalia lugubri e dal profondo, come l’eccellentissima installazione di candele e le perturbanti tuniche appese a grucce che fanno pensare a una ritualità supersegretissima.

Ma che forse è solo -come si legge nella sinossi pubblicata in occasione della mostra- l’intimismo di queste nostre case “che sono diventate i nostri santuari e i nostri ritiri”.

Del resto, Sigmund ce l’insegna, gli artisti son tutti dei (potenziali) nevrotici. E è proprio questo il bello dell’arte -e della mostra da The Flat – Massimo Carasi in modo particolare, Dio lo fulmini a chi non ci va.
 

 
Michael Bevilacqua | Electric Chapel: the Spiritual in Art
testo critico di Christian Caliandro

The Flat – Massimo Carasi
via Paolo Frisi 3
20129 Milano
www.carasi.it
theflat-carasi@libero.it

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