MIA PHOTO FAIR 2016

0 Posted by - April 29, 2016 - Kritika segnala

Ma basta con i soliti borbottii, i soliti mugugni magari un po’ risentiti, le solite boccucce piegate in giù a commento un po’ snob sull’eterno ritorno dell’uguale: non è vero che alle fiere d’arte contemporanea si vedono sempre le solite cose.

L’edizione 2016 di MIA -Milan Image Art Fair-, la fiera della fotografia d’arte aperta dal 29 aprile al 2 maggio a The Mall, zona Porta Nuova Varesine di Milangeles, è addirittura migliore della precedente: preview affollatissima della solita bella gente, 80 gallerie da 13 paesi, 230 artisti in 109 stand, più gli “indipendenti” e naturalmente l’editoria specializzata.

Ok, numeri a parte è il solito scenario, ma quest’anno a mio modestissimo parere MIA si è superata. Qualità generalmente elevata, ottime gallerie e opere eccellenti -le eccezioni rientrano nella normalissima e naturale statistica.

Galleristi contenti alla preview di ieri sera -ma l’ardua sentenza sugli esiti lavorativi potrà essere svelata solo a bocce ferme [a fine fiera vissero effettivamente tutti felici e contenti, n.d.r.].

Per ora da segnalare, in ordine rigorosamente sparso, fra gli stand più belli e interessanti, Costantini Art Gallery con  Simone Mene (di cui è in corso la personale in galleria), insieme agli altri due pezzi da novanta della flotta aziendale Nicolò Quirico e Aqua Aura; Galleria Pack con l’iconoclasta (è proprio il caso di dirlo: guardare per credere) Robert Gligorov; mc2gallery con la personale di Liu Xiaofang (ma vedrete anche qualcosa di Jonny Briggs dal gallersita London based Emanuele Norsa (Ncontemporary), altro iconoclasta al MIA e del resto pare che proprio quello dell’iconoclastia sia il filone estetico che sta attualmente seguendo mr. Composti).

Amy-d Arte Spazio presenta X- CHANGE, inedita “cosmologia” estetico visuale con Edoardo Miola, Beba Stoppani e Daesung Lee  (bellissima la “Pietas” di Beba Stoppani), mentre Gallerie Maspes colpisce l’attenzione con le “radiografie” di Thierry Radelet. Impossibile non segnalare Officine dell’Immagine, con Gohar Dashti, Shadi Ghadirian, Servet Kocyigit, Jalal Sepehr, quattro artisti (due uomini e due donne) che ci avvicinano ai temi caldi della questione mediorientale: il non ruolo della donna e il più generale incontro/scontro di culture differenti nell’era della mondializzazione.

E se passate davanti allo stand di Raffaella De Chirico, di cui vi segnalo in special modo l’artista Liu Xia, fermatevi anche allo stand di fronte (Arsprima): impossibile non notare la nuova serie di Francesca Manetta, in mirabile connubio con la new entry Kamil Vojnar.

Come è impossibile non segnalare Marco Onofri (Romberg) e il bravissimo Francesco Bosso, che ci aveva già colpiti nel recentissimo passato, qui con la serie Last Diamonds (Photo & Contemporary).

Fra le iniziative da menzionare, il progetto Ice Yachts di Luca Gilli, sintesi perfetta fra creatività e mondo produttivo.

Un momento. Solo gallerie italiane? No, ma io sono un provinciale. Ma sono anche un fazioso e non posso non segnalare una delle mie gallerie estere predilette, la giapponese Systema Gallery, presente al MIA con il bravissimo e oscurissimo Katsu Ishida.

Intanto, guardate le opere con gli occhi di Giacomo Vanetti.

No comments

Leave a reply