mc2gallery una e bina. La galleria di Milano, diretta da Claudio Composti&Vincenzo Maccarone, a marzo 2013 si sdoppierà. Due sedi: una a Saigon e l’altra in via Malaga, in mezzo ai loft di designer-architetti-artisti-modelle/i, sempre in zona Navigli ma un po’ più spostata.
Chi scrive è nato, almeno culturalmente, insieme al sodalizio Claude e Vincent e ha sviluppato nel corso del tempo un forte legame di stima e amicizia reciproche. Questo, giusto per confermarvi nel sospetto che quanto segue è una chiacchierata di amici che se la cantano e se la suonano. Ma, in fin del conto, si tratta di interesse pubblico.
Caro Vincenzo, innanzitutto: perchè proprio Saigon?
Saigon? Perché no? Oggi parlano tutti di Brasile, India e altri paesi in crescita, io credo che ce ne siano molti altri molto affascinanti e con grandi potenzialità. Il Vietnam è un paese meraviglioso e a me piace andare a costruire nel “nulla”. Lì, dopo vari viaggi, ho trovato la mia dimensione e gli stimoli per continuare, quegli stimoli che in Italia ho perso da tempo. E parlo non solo del mondo dell’arte, ma anche quello imprenditoriale e umano. Insomma, è stimolante vivere in un paese dove la gente sorride e ha un grande senso di dignità individuale, cosa che qui stiamo perdendo.
Due parole su questo progetto: come intendete muovervi con le due sedi di mc2 Gallery? In solitaria o sviluppando progetti anche con partner amici? Ma ci sono, gli “amici”, in questo sistema?
mc2 è nata con il concetto della sinergia, quindi la collaborazione con partner è sempre stata di casa. Le due sedi avranno un filo conduttore, lavoriamo da tempo con artisti orientali e vietnamiti, quindi inizialmente proporremo i loro artisti “in casa”. Ma l’obiettivo è di valorizzare nel tempo i nostri italiani, altrimenti restano qui a morire insieme al sistema italiano, che trovo pessimo e di livello molto basso. Gli amici in questo sistema ci sono, basta saperli trovare e perseverare insieme in un percorso comune.
Facciamo il punto della situazione. Chi domina il campo? E quali sono secondo te gli scenari futuri?
Il campo è sempre dominato dalle “lobby“, ma fondamentalmente credo stiamo passando, nel nostro paese (ma non solo) un periodo particolarmente oscuro, nel quale prevalgono cattivo gusto e povertà di contenuti. Sento però un fermento sotterraneo, stanno nascendo molte giovani gallerie di qualità, di alto valore e colte. Vedo un futuro diverso, siamo a una svolta epocale e credo che se tutti questi giovani perseverano potranno prendere in mano la situazione. Bisogna fare cultura, non mercato! Quello lasciamolo fare alle lobby.
Stiamo attraversando una fase di grave incertezza a livello economico. Come se ne esce? (galleristi, artisti, critici, tutti gli operatori del settore)
Da tempo viviamo una fase di incertezza economica. Non sono un analista finanziario (meno male), ma la storia insegna che ci sarà, anche se lenta, una ripresa obbligatoria. Guardando all’arte, se ne esce se gli operatori di settore si rendono conto che le cose son cambiate, solo chi si adegua ai cambiamenti – e ha il coraggio di cambiare – sopravvive. La “vecchia guardia” ci ha insegnato tanto, ma non possiamo più andare avanti se non lasciano spazio a idee nuove e diverse dalle loro.
Argomento fiere d’arte: ho notato che da tempo guardate più all’estero che al Belpaese. Cos’hanno le fiere d’arte là fuori che quelle italiane non hanno?
Riguardo alle fiere facciamo un lavoro di ricerca, credo sia fondamentale che una galleria investa tempo (e non solo) per visitare le fiere nel mondo, per aggiornarsi, prendere contatti e fare le proprie valutazioni a riguardo. La nostra scelta si sta spostando sempre più verso l’estero per il semplice motivo che l’arte viene maggiormente valorizzata e “rispettata“. Basta andare in un qualsiasi museo d’arte contemporanea in una qualsiasi grande città europea per capire di cosa parlo.
Sono l’avvocato del diavolo e ho visto l’opera dell’artista X sul suo sito. Vorrei acquistarla. So che, se andassi direttamente da lui e lui fosse d’accordo, potrei ottenerla a un prezzo inferiore rispetto al prezzo di galleria. In un momento di vacche magre, qual è il valore aggiunto di un’opera veicolata attraverso la galleria? Certamente se l’artista continua a vendere le opere per i cazzi suoi, rischia di finire fuori mercato, con la conseguenza di morire in quanto artista e mai più risorgere. Ma d’altro canto, anche lui in questo momento si trova alle strette…Che fare, come disse il compianto Lenin?
Un collezionista “serio” per prima cosa non va dall’artista. Ma ahimè ciò accade spesso. La galleria dovrebbe essere l’intermediaria tra artista e collezionista, nonché la realtà che supporta e difende lo stesso artista. Molti fanno i furbi, ma hanno vita corta, soprattutto con me. Sono contrario ai contratti, credo che la libertà da parte di galleria e artista sia la normalità oggi, i contratti in questo mondo li vedo come un gesto di sfiducia. Lascio quindi libertà all’artista di vendere le sue opere in privato, è il primo che deve difendere il suo lavoro e quello fatto dalla galleria.
Un’inaugurazione milanese tipo: in molti casi, la gran maggioranza del pubblico è composta di artisti. In altri, di visitatori un po’ più attempati e vestiti particolarmente bene. Forse nel primo vernissage la galleria venderà poco, mentre nell’altro, forse avrà fatto cappotto. In percentuale, a quanto ammonta secondo te la fuffa?
Sono meravigliosi i vernissage il cui pubblico è composto di artisti, significa che c’è una mostra interessante, mentre molto spesso il pubblico ostentato visita gli “eventi”….non gli opening.
Due parole sulla stampa specializzata: che ne pensi? Serve, in termini monetari e di lavoro, la visibilità su quelle pagine, online o cartacee che siano?
Personalmente ritengo la stampa specializzata un ottimo mezzo per far conoscere cosa accade, ma quando vedo troppa pubblicità resto basito e un po’ infastidito. Per scelta non utilizzo questi mezzi, le risorse economiche le gestiamo in altri modi per farci conoscere.
Ultima domanda: e i curatori? Ma a una galleria, servono veramente?
I curatori? Dipende dal nome. Non vado oltre, altrimenti mi creerei troppi nemici. Una galleria sceglie cosa proporre, quindi DEVE essere in grado di curare la mostra e di rappresentare l’artista, ma poi i curatori…
mc2gallery contemporary art
viale Col di Lana, 8
20136 Milano
mc2gallery@gmail.com
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