Matteo Pugliese (Milano, 1969) presenta a Milano presso la Fondazione Mudima un’antologica potentissima dal titolo Corazze. Dopo aver esposto a Hong Kong, Lugano, Bruxelles, Anversa, L’Aja, l’artista milanese, scultore autodidatta e laureato in lettere moderne con una tesi di critica d’arte ma più bravo di molti colleghi diplomati all’Accademia di Belle Arti, è tornato a vivere e a lavorare nella sua città, dove presenta una mostra realizzata in collaborazione con Casa d’arte Artribù di Roma e Imago Gallery di Londra.
All’ingresso Custode Samurai V, una ieratica e possente scultura in bronzo di due metri d’altezza e cinquecento chili di peso, che sorveglia il nostro percorso dentro l’evoluzione della scultura, dalla figurazione alla surrealtà, con forme che restano in bilico tra verosimile e inverosimile, monumentalismo e teatralità, epica e fantasia, classicità e innovazione.
Nelle altre sale, al piano terra della Fondazione, frammenti di corpi maschili in bronzo della serie Extra Moenia emergono dalle pareti bianche: molte ci voltano le spalle, altre ci spiano, tutte sembrano rielaborare in chiave contemporanea la lotta titanica michelangiolesca tra forma e materia. I corpi di Matteo Pugliese sono un’evidente metafora dell’individuo contemporaneo, messi lì come una schiera di combattenti dal fisico eroico, con i muscoli in tensione, immobilizzati mentre si dibattono dalla forza centripeta del Nulla in cui sembrano essere risucchiati: si rifiutano di massificarsi, vogliono esistere, distinguersi, salvaguardare la loro identità per non scomparire nella omologazione del mondo globale. In questo contesto non guasta il coup du teatre, evidenziato da un’illuminazione ad hoc che conferisce all’ sposizione quell’atmosfera drammatica necessaria, carica di pathos, dove tra uno, nessuno e centomila umanissimi antieroi potremmo riconoscere anche noi stessi.
Lasciate alle spalle queste sculture dannatamente tragiche e imprigionate nella materia, vi troverete di fronte una serie di Custodi: Assiri, Egizi, Samurai e una dea della fertilità di pelle nera, totem in bronzo, tondeggianti e imponenti divinità dell’occulto, armati fino ai denti: «a protezione degli spazi sacri che ognuno di noi ha dentro di sé» , ha commentato Pugliese, disposti su parallelepipedi bianchi come il marmo in un museo di reperti di archeologia, fieri e tranquillizzanti, così compatti nella loro solidità formale. Queste sculture dall’energia ancestrale sembrano un mix tra quelle mitologiche, appartenenti a culture arcaiche e i soldati del film Guerre Stellari arruolati per sconfiggere la Morte Nera, la più terribile delle armi.
Al primo piano, superata la prima sala della Fondazione, vi impressionerà Die Mauer: opera di oltre sei metri di altezza realizzata per il ventennale della caduta del muro di Berlino, esposta nel 2009 al Castello Sforzesco di Milano. Ma il clou dell’esposizione si trova nell’ultima stanza, dove dall’epica si passa al fantasy: qui tutto si ribalta, perché incontrerete un esercito di Scarabei in bronzo, alluminio e ceramica colorata, che invadono una stanza dal pavimento al soffitto. Questi simboli sacri custodiscono i ricordi e lo spirito di una vita precedente e l’ingenuità della nostra fanciullezza perduta nell’età adulta. Ciascun guscio è un amuleto di felicità e di spensieratezza, tutti insieme gli scarabei sono un inno alla rinascita, all’insegna della leggerezza, al sogno.
E nel presente, dal clima inquinato anche dalle nostre paure per il futuro, una visita alla mostra di Matteo Pugliese può essere anche terapeutica!
Matteo Pugliese | Corazze
Fondazione Mudima
via Tadino 26, Milano
info@mudima.net
www.mudima.net
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