Articolo pubblicato su ilGiornaleOFF
(e pure su il Giornale)
L’avevamo visto nella milanese mc2 gallery con Sistema di riferimento monodimensionale, una mostra che indagando il corpo citava Cartesio. Risultato: scatti in bianco e nero spietatamente piegati lungo un’asse direttrice, per un’asportazione monodimensionale della realtà raffigurata. Se allora aveva lavorato sulla res extensa, adesso Lamberto Teotino con l’inedita serie fotografica L’ultimo Dio si concentra sulla res cogitans: la mente, o l’io e i suoi (molti) sé. Mentre il precedente progetto era improntato a un minimalismo espositivo (perché less is more), l’esito lavorativo di L’ultimo Dio è invece un ordinamento a forte vocazione museale: illuminazione e presentazione delle opere (tutte su carta di cotone Hahnemuhle montata su aludibond con cornice in legno pregiatissimo) sono ragionate e studiatissime e (anche) qui le dimensioni contano. Vedrete lavori di medio e grande formato (tutti in 3 edizioni + due prove d’artista, si va dai 2.200 € per un 37 x 47 cm ai 9.200 € per un 130 x 190 cm), frutto di un lungo lavoro di selezione di immagini in bianco e nero recuperate da archivi digitali, da cui i volti sono stati “tolti” e inglobati ex post in concrezioni modulari di varia natura e modulazioni frattali. Infatti secondo le ultime acquisizioni della scienza cognitiva la struttura dei frattali avrebbe un corrispettivo isomorfico nella nostra architettura cerebrale ed è per questo valore “archetipico” comune che nei soggetti di Lamberto Teotino l’ “inséità” è spinta al punto estremo del solipsismo magico e “paganissimo” che, come c’insegna(va) “Gianfalco” Papini, rende ognuno di noi Dio.
Lamberto Teotino | L’ultimo Dio
a cura di Claudio Composti
mc2 gallery
via Malaga 4
mc2gallery@gmail.com
www.mc2gallery.it
KRITIKA legge ilGiornaleOFF
(qui l’articolo originale)
No comments