La fotografia ai tempi di F4/un’idea di fotografia 2016

0 Posted by - July 25, 2016 - Kritika segnala, Recensioni

La coperta termica Stato di Emergenza di Claudio Beorchia campeggia in mezzo alla bandiera italiana e a quella veneta sfrigolando al vento al posto di quella Europea, a Villa Brandolini, Pieve di Soligo. Un’accoglienza insolita per un visitatore della domenica, venuto a vedere una delle tante mostre e capitato per caso nelle zone di Solighetto. Eppure quel rumore accartocciato e discreto diventa acuto per chi sa ascoltare, è un grido di aiuto, un urlo dal mondo intero. Questa è la prima sensazione che si prova inizialmente e viene accentuata quando, nelle sale della villa, si percorre la mostra Invisible Walls, che fa parte del festival F4/un’idea di fotografia, curato da Carlo Sala. Una serie di polaroid incorniciate, ma non appese, come se dovessero essere tolte da un momento all’altro, primeggiano nell’opera The Arab Revolt di Giorgio Di Noto: sono immagini che ritraggono alcuni momenti della primavera araba, catturate da internet nei pochi momenti in cui si poteva avere accesso ai video on-line, prima che venissero censurati definitivamente, con la lapidaria frase “Not Found. The request URL/was not found on this server”. La Germania dell’est nel periodo della Stasi viene invece analizzata da Tommaso Tanini del collettivo Discipula, attraverso numerose immagini che ci riportano a un clima di diffidenza e sospetto, come le carte da parati delle stanze dedicate agli interrogatori di H.said he loved us. Gli immigrati che ora soccorriamo con il costante pensiero “Dove li mettiamo adesso tutti questi!?” sono come gli italiani del trittico Novo Mundo di Marco Maria Zanin. Quest’ultimo descrive in modo essenziale l’esodo dei nostri connazionali tra Ottocento e Novecento verso il Brasile. La foto di Zanin è eloquente: un foglio bianco appeso al muro con gli angoli risvoltati che simboleggia la tabula rasa, la novità e la nuova vita, seguito da una carta geografica aperta su un tavolo come quella dei grandi esploratori e un ventilatore che assomiglia ad un’elica: è il sogno di un viaggio lungo, di una possibilità oltre oceano di un mondo migliore.

Ad F4 non troviamo solo muri invisibili, ma anche un’analisi sulla fotografia stessa e sull’oltrepassare i suoi limiti: è il caso delle due mostre personali di Rachele Maistrello e Tiziano Doria, risultato della residenza LIVEstudio di Modena dedicata ai giovani autori. Mentre One Of Us, della prima artista, è incentrato sui meccanismi emotivi che si sono instaurati tra cinque ragazze che condividevano la stessa casa, Kolorgrad, del secondo, è concentrato sul linguaggio stesso della fotografia, portando in mostra oggetti, frammenti di foto, negativi e stampe.

La fotografia come oggetto è al centro anche della mostra Dummy Photobook curata da Luca Panaro, che è frutto di un workshop sviluppato in diverse città italiane. Protagonisti sono i dummy, prototipi o veri e propri libri d’artista, redatti in unica copia o in edizione limitata. Ogni libro è il risultato della ricerca personale dei singoli artisti e del loro carattere, che si manifesta anche nella realizzazione pratica dell’oggetto, scegliendo materiale e modalità di fruizione.

Cartoline, poster, fanzine, materiale video e book: è la mostra Not only landscape del Master Iuav in Photography che propone diverse forme di fotografia, realizzate dai partecipanti nel vari laboratori con Bas Princen, Stefano Graziani, Filippo Romano, Armin Linke, Amedeo Martegani e Andrea Pertoldeo. La griglia destrutturata di Jacopo Nocentini si differenzia per il suo essere selvaggia, come la natura dei giardini, che, pensati e creati dalla mente umana, assumono una propria forma non prevedibile e non controllabile. Le piante dell’opera di Maria Francesca Frosi divengono quasi dei personaggi con una loro anima, mentre dialogano con i muri veneziani, dai quali crescono spontaneamente. Agostino Artese invece ingrandisce a dismisura i volti dei turisti che approdano a Venezia accentuando, per mezzo della sgranatura dell’immagine, il momento della stanchezza e dello stress della partenza dal porto. Alessandra Carosi propone un dittico tra persone e materiali, accostando ad ogni volto una pietra o un frammento di vetro, accomunati dallo stesso riverbero emotivo.

Da fotografie concrete a stimoli visivi che evocano una residenza virtuale, è il caso di Instagram’s residence, una residenza d’artista che non si realizza nella sede fisica di Fondazione Francesco Fabbri, ma che si manifesta in una serie di immagini che gli artisti, da qualsiasi parte del mondo, postano nel profilo Instagram della Fondazione.

Vi avverto, se avete sonno, caldo o fame non andate a Villa Brandolini a vedere F4, perché potreste tornare esausti e disidratati, ma se il mondo che vi circonda vi interessa e volete conoscerlo un po’ più da vicino e un po’ più sul serio, magari con la lente acuta di un obiettivo fotografico, allora fateci un salto.

F4/un’idea di fotografia
Sesta edizione
A Cura di Carlo Sala e Luca Panaro
Not only Landscape
Invisible Walls
Dummy Photobook
One of Us. Rachele Maistrello
Kolorgrad. Tiziano Doria
Instagram’s residence

Villa Brandolini, Pieve di Soligo (TV)
15 luglio- 28 agosto
Venerdì e sabato 16-19.30; domenica 10.30-12.30/16-19.30
Info mostra e prenotazioni:
f4fotografia@fondazionefrancescofabbri.it – fondazionefrancescofabbri.it
tel: 0438.1890928

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