Root 1066 è un festival di arte contemporanea piuttosto patriottico: si tiene da settembre a ottobre 2016 in occasione dell’anniversario della battaglia di Hastings -per la precisione il 950esimo.
Inselaffe è il titolo della mostra di Marcus Harvey presentata da Jerwood Gallery come parte del Festival ROOT 1066.
Judy Parkinson, che già ha scritto su Kritikaonline, ha scambiato due chiacchiere con lui.
Traduzione dall’Inglese di Susy Fra
E’ certo che in fase di progettazione Liz Gilmore, la direttrice della Galleria Jerwood, non avrà pensato “Ah! Inviteremo quel Marcus Harvey per una mostra. È quello che fa opere sul ruolo della Gran Bretagna in un mondo incerto in continuo cambiamento, e la lanceremo tre settimane dopo il referendum sull’Unione Europea – meglio ancora, tre giorni dopo che Theresa May avrà preso le chiavi per il No.10, Downing Street”. Ma è intervenuta la serendipità per far sembrare che avesse avuto l’accortezza di fare così.
Mentre si stanno svolgendo eventi politici tumultuosi dopo il voto Brexit, la nuova mostra di Marcus Harvey alla Jerwood arriva all’alba di una nuova era nella vita britannica con una icona femminile nascente solo a pochi giorni dalla sua elezione. Le preoccupazioni di Harvey per l’identità nazionale, culturale e sessuale combaciano con il flusso esistenziale causato dal referendum sull’UE e i rispettivi crolli dei due principali partiti politici.
La mostra si chiama Inselaffe. La parola è un termine peggiorativo che significa “Scimmie dell’Isola” usato per i britannici dai nostri vecchi cugini europei, i tedeschi. È come se un britannico orgoglioso come Harvey fosse diventato momentaneamente tedesco per farsi beffe dei suoi connazionali.
Che l’evoluzione si sia bloccata nel Regno Unito, visto che i britannici sembrano comportarsi, in alcuni ambiti, in modo così primordiale? Harvey ha iniziato a progettare la mostra circa un anno fa. Come sembra azzeccato ora.
Harvey è alle prese con il suo ruolo e le sue responsabilità nel mondo come figlio, marito, padre e artista. “Non intendevo fare un lavoro politico “, dice , “se non quello che è importante per me. Quali sono le prospettive per i miei figli, per il mio paese ? Le questioni dei generi, delle vecchie gerarchie, la paternità, tutto questo è in discussione in questo mondo che cambia. Io cerco di trovare delle immagini per quelle ansie” .
Harvey è ottimista riguardo alla Brexit, guardando al lungo periodo, “Noi non andiamo da nessuna parte”, dice . “La barca qui dondola e vacilla, ma non sarà il fattore più importante. Come artista passi decenni a fare dipinti che non funzionano , finché non trovi i mezzi per farli funzionare. In politica non ci si può permettere quell’atteggiamento creativo. L’Europa può crollare e bruciare, ma se non funziona la prima volta potrebbe funzionare la prossima volta. Saremo ancora orgogliosi”.
Harvey prevede una rinascita della satira. “Guardate le vignette di un tempo e la funzione del vignettista. La Gran Bretagna sopravvive a testa alta con autocritica e umorismo. È una chiave per la nostra sopravvivenza e la nostra forza”. Sarebbe difficile non sorridere alla Vergine (Maggie), Nelson in cima a un emblema di Blue Peter (la statua di Nelson in cima alla colonna di Trafalgar Square scalata da John Noakes nel 1977 nel corso del programma televisivo Blue Peter) o ‘L’interventista liberale (Tony Blair) o la musica rock’n’reel nei paesaggi marini (i quadri ‘Untitled ( Big Galleon ) e ‘Albus ‘ che mostrano le bianche scogliere di Dover minacciate da una tempesta).
Harvey si sente fortunato ad essere britannico. “Hai un amore incondizionato per il tuo Paese ed è utile se quel Paese ha fatto cose di cui sei orgoglioso, come i nostri successi nel XX secolo – la dignità e i sacrifici fatti durante la seconda guerra mondiale, il contributo ad una ridistribuzione della ricchezza e l’accesso alle grandi masse al potenziale per migliorare se stessi”. Harvey in modo provocatorio trattiene i suoi elogi per i conservatori con il loro ‘programma del “vendiamolo”. “La cosa più ingenua che è uscita dalla bocca di un politico è stata: ‘Non esiste una cosa come la società’, una citazione attribuita a Margaret Thatcher che appare in questa mostra rappresentata come un nudo disteso in bronzo, decorata con seni da pornostar e maialini che ne adornano i fianchi.
Maggie era infusa di una forte carica sessuale. Non avrebbe potuto ottenere quello che ha fatto senza una sessualità che virava quasi verso il sadico. Ce n’è un po’ un accenno anche in Theresa May
Marcus Harvey si propone di reinventare il suo linguaggio visivo per vedere il familiare in un modo nuovo.
Io uso le parodie, ma con una tale forza fisica che sprizzano veleno. Come i Ramones, che facevano canzoni romantiche ma con un sacco di energia punk
Le immagini di Harvey sono emblematiche di una Britishness ed una virilità eroiche e ribelli, eppure sono permeate di umorismo, fragilità, incertezza e forse un po’ di nausea. Inselaffe è una mostra monumentale, immersa nella storia e proiettata nel futuro.
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