Quarantadue immagini selezionate da Jaff Wall (Vancouver, 1946) al PAC di Milano in una magistrale simbiosi tra fotografia e pittura. Si tratta della prima e imperdibile retrospettiva italiana dedicata al maestro canadese, fotografo di fama internazionale che ha studiato storia dell’arte al Courtauld Institute di Londra, autore di immagini dal realismo soltanto apparente e abile manipolatore del linguaggio pubblicitario, teatrale cinematografico e pittorico. Nelle sue misees-en scenes, light box e stampate su carta, l’enigma è protagonista e ogni dettaglio della quotidianità diventa presupposto compositivo, studio meticoloso delle possibilità dell’inquadratura e del mistero, anche quando le fotografie rappresentano scene banalissime.
La mostra di Jeff Wall è stata inaugurata il giorno del licenziamento, da parte del sindaco Giuliano Pisapia, dell’assessore alla cultura, moda e design Stefano Boeri, per cause ancora ignote. Prodotta dal Comune e da Civita e curata da Francesco Bonami, Actuality alterna scene di ordinaria realtà cariche di attesa (Mimic e Insonnia per esempio) dall’appeal molto cinematografico ad ambientazioni, come in Vancouver e 7 Dec 2009 in cui Jeff Wall sembra ispirarsi alla pittura ottocentesca, dove ogni singolo elemento corrisponde a una scrupolosa ricerca di equilibrio simmetrico.
Wall è stato tra i primi a introdurre nella fotografia la postproduzione e a utilizzare il light box per teatralizzare l’istante (ma,come vedrete, nelle opere recenti è tornato a stampare su carta). Visitando la mostra proverete la sensazione di aver già visto da qualche parte alcune delle immagini esposte, i temi trattati infatti sono o più vari e spaziano dal sociale al politico, dal personale al pubblico, fino a lambire il genere readymade. Wall inizia a lavorare alla fine degli anni Settanta e tra i primi lavori va ricordato The Destroyed Room (1978), ispirato al dipinto del 1827 di Eugène Delacroix La morte di Sardanapalus: un manifesto programmatico del suo modo guardare il mondo e di costruire immagini fotografiche alla maniera di un dipinto del passato.
Wall eleva la cronaca alla storia, la contemporaneità alla durata, annullando la distanza spaziotemporale tra pittura antica e fotografia. Le sue fotografie si basano sul principio dell’esperienza estetica maturata nel tempo dall’autore appassionato di storia dell’arte, pertanto di fronte alle sue opere è inutile porsi la faziosa domanda se esistano differenze tra pittura e fotografia, poiché nelle sue immagini nulla è casuale e tutto risente di una rielaborazione per ottenere la forma della memoria: le sue opere sono attuali nell’attimo in cui la fotografia diventa una rappresentazione complessa di infiniti istanti che appartengono non alla realtà, ma alla visione. Molte immagini ricordano l’impostazione delle opere dell’Ottocento, perennemente attuali nell’idea di paesaggi, spazi o gesti ispirati alla storia dell’arte. Wall ama i contrasti e immortala la bellezza là dove sembra non esserci. Insuperabile nell’utilizzare la macchina fotografica e il computer con la sensibilità di un pittore, ha dichiarato di non fotografare ciò che vede e di non essere interessato a rivelare quali opere del passato l’abbiano ispirato. Ma opere come After Spring Snow’, byYukio Mishima, chapter 34 sono fotografie che sarebbero molto piaciute ai Manet, Ingres e Degas, perché sublimano un semplicissimo gesto senza mai scadere nel citazionismo accademico. Per l’autore pittura e fotografia sono finalizzate all’idea di immortalare la realtà come un’opera d’arte, da guardare più volte: rivelano “altro” e chiedono di essere esplorate con la lente della ragione, per poter cogliere quella metafisica del quotidiano sublimata in un attimo fissato nel tempo.
Jeff Wall | Actuality
PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14, Milano
www.jeffwallmilano.it
No comments