Da sempre penso che l’eccellenza (o anche solo i semplici trascorsi) in matematica rasenti, per chi la frequenta, il genio. Quando poi questa frequentazione si associa alla pratica delle arti visive, beh, allora dico che alla genialità siamo ancora più vicini di prima.
Bertrand Russell filosofo e matematico vinse il Nobel per…la letteratura e una ragione vi sarà.
L’interlocutrice di questa nuova intervista al citofono di Ivano Sossella è Elisa Cella, artista visiva di formazione matematica. Il suo lavoro d’arte, apparentemente semplice, va a fondo delle dispute metafisiche sul mondo esterno.
Ivano Sossella usw
Perché mai una linea, un quadrato, che ne so un rettangolo? Questi cerchi e cerchietti che ti tiri dietro da anni oramai finiranno finalmente quando uno, di cerchietti, davvero cerchio sarà?
Elisa Cella
Sono inciampata nei cerchi. Non ne ho una passione specifica, ma una qualche ossessione non posso negarla. Quanto meno all’inizio, ora la mia mano li fa spontaneamente.
Ivano Sossella usw
Li fa spontaneamente? Intendo.. ma la cosa è sotto controllo o si tratta di qualcosa come starnutire: è inarrestabile? In questo caso tagliamo il chiacchierare d’ arte e ti passo il cell di un buon analista… Una spontanea perdita di controllo? E’ chiaro che a vedere i tuoi quadri si può pensare che l’ossessione mentale se non la malattia possa in effetti aiutare… Gaber diceva: non è che occorra essere imbecilli per giocare a golf…. però aiuta
Elisa Cella
…
Ivano Sossella usw
Vedo che hai la mia stessa capacità di sintesi… Forse però puoi aiutarmi se nn a capire a togliere un po’ di nebbia. Se vedo un tuo quadro penso che può essere un bel quadro, ma sarebbe una pessima tappezzeria. Eppure come mai quando vedo i tuoi quadri penso comunque alla tappezzeria? Sensazione di aver visto qualche pessima tappezzeria così …
Elisa Cella
Lavoro su cellule, neuroni, sinapsi, noduli, metastasi, ansia, solitudine, duplicazione, fecondazione, orgasmo, gravidanza isteriche, desiderio, aborto, bulimia… Analizzo le emozioni, ne seziono la percezione, la riproduco. Parto dal presupposto che l’emozione e la percezione in qualche modo coincidano. Non c’è trascendenza nel mio lavoro. I miei lavori biologici pescano dalle immagini che mi affascinano del mondo che c’è e non vediamo. Mi piace il vedere dentro ed oltre. Il sezionare, studiare, analizzare e trovare bellezza in questo. Solo uno sguardo superficiale può fermarsi al lato decorativo del mio lavoro e forse non c’è niente di male a fermarsi lì: dipende come sempre dalla struttura di chi guarda la profondità con cui si è in grado di analizzare quello che si vede. La poesia può essere lieve anche quando affronta gli spessori molteplici delle cose. Ed il mio lavoro rimanda alla molteplicità del reale, dal punto di vista visivo, di significato ma anche energetico e materiale. Forse non siamo fatti di molecole ed atomi, l’energia non si propaga anche a pacchetti?
Ivano Sossella usw
Lavori su cellule, neuroni, sinapsi, noduli, metastasi, ansia, solitudine, duplicazione, fecondazione, orgasmo, gravidanza isteriche, desiderio, aborto, bulimia… e mal di gola no ? E la gotta ? Dove la lasci la gotta ? Che poi noi si sia fatti di pacchetti di energia è cosa più probabile nel sogno che nella veglia. Comunque…. Biologia, matematica sono l’eco, il basso continuo che si ritrova nei testi e nel circondario del tuo lavoro? Ma non è il realtà solo grammelot, bla-bla tanto per dire ?
Elisa Cella
Di matematica non ne vedo molta: un vecchio lavoro sul concetto di numero naturale, la mia formazione -e forma mentale forse- è il cerchio, che figura geometrica è… Per quanto riguarda la biologia: una metà dei miei lavori trae ispirazione da quell’ambito. Come dire che c’entra la pittura con un paesaggio? Che c’entra la pittura con una figura umana?
Ivano Sossella usw
La pittura c’entra col paesaggio, con la figura umana. Con altro anche. Sono il paesaggio e la figura umana che non c’ entrano con la pittura. Ma sono opinioni, forse meno. Fai dei lavori bianco su bianco: a parte che si tratta di un totem dell’arte contemporanea ma amen…. vorrei sapere come è possibile pensare di fare un lavoro che non si riesce quasi a vedere. Fare lavori che non si vedono potrebbe essere una idea consigliabile a molti forse ma non è cosa dal principio alla fine a dir poco, ridondante?
Elisa Cella
Non è che non si vedono. Forse non li vedi tu. Un pittore sa che bianco su bianco crea immediata differenza e il fatto che non si veda tutto insieme non vuol dire che “non si vede”. Lavoro da sempre su quadri che si vedono diversamente da vicino e da lontano. C’è una visione globale da lontano, poi viene spontaneo avvicinarsi per vedere la trama, il dettaglio. Nei lavori bianco su bianco avviene lo stesso, solo che desaturando il colore, le trame sono rivelate dalle ombre, dai volumi e dal medium differente.
Ivano Sossella usw
Qualsiasi quadro, qualsiasi cosa su questo pianeta e nello spazio conosciuto appare (ed è) diversa se vista da vicino o da lontano… ma forse tu vuoi dire dell’altro che io non colgo o non piego la schiena per cogliere…
Elisa Cella
Ma l’ arte non tratta solo di “spazio conosciuto”! Se guardi l’immagine di un virus, non potrai fare a meno di pensare che sia bello, poi magari scopri che è HIV o peste…
Ivano Sossella usw
E tu pensi che i tuoi quadri siano “belli” come dici lo sia l’ immagine di un virus o “pericolosi” come i suoi effetti?
Elisa Cella
Belli sì, che evocano pericolo, alcuni sì. O che evocano altro. Ma alla fine ai miei lavori ed a chi li guarda importa nulla di quello che penso io…
Ivano Sossella usw
Concordo: l’arte insegna anche ad amare qualcosa del quale nulla ci importa in fondo…. Ma, detto questo, è anche vero che in arte, in poesia esiste un livello sensibile e profondo che difficilmente inganna: trame o non trame, vicino o lontano, la tua è pittura di un panzer… qualcosa che procede indifferente al territorio, alle suggestioni dell’ambito artistico, storia dell’arte e tutto quel che sta attorno ad ogni quadro. Non so se questa sia espressione di forza o del fatto che in ogni caso tu nn sapresti fare altro…(che cerchietti)..
Elisa Cella
Forse entrambe le cose.Non ho interesse a fare altro che il mio lavoro come lo faccio: è possibile che essere un panzer, come dici tu, possa essere visto come limite, è già successo, come è successo il contrario. Non mi interessa più di tanto. Ogni pittore ha un proprio stile che lo definisce e che è la sua forza ed il suo limite. La storia dell’arte (e non solo quella) è piena di ripetizioni, di ossessioni, di lavori modulari. Di insolito, nel mio lavoro, c’è che uso una tecnica geometrica per fare un lavoro che non è affatto astratto.
Ivano Sossella usw
Un segreto, geometrico o no, puoi svelarmelo dai: chi è la tua mamma? o genitore come preferiscono questi dementi delle coppie libere e fantasiose, I mean your mom…
Elisa Cella
Quando ho iniziato a disegnare erano Klimt e Munch, in effetti due papà… Se me lo chiedi adesso Dadamaino…
Ivano Sossella usw
Prima due papà e ora una mamma…. Capito anche tu per le family multigenitoriali… mah!
Elisa Cella vive a Genova e ha uno studio a Milano. Dopo gli studi di matematica si occupa d’ arte e dipinge. Da subito ha trovato il bandolo per la sua matassa espressiva e non intende mollarlo
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