IVANO SOSSELLA FEAT CHRISTIAN ZUCCONI

0 Posted by - February 4, 2015 - Interviste
Immantinente torna Ivano Sossella e immantinente pubblichiamo l’amabile dialogo che il Nostro ha intrattenuto, sempre via Facebook, con Christian Zucconi, artista illustrissimo, colto e galantuomo, di cui già vi abbiamo parlato qui e qui e il cui privatissimo conversario abbiamo ora origliato per voi.
Zitti zitti….
(Emanuele Beluffi)

Ivano Sossella usw
Christian tu lo sai che sei nel maggio del 1456? nel settembre 1472 o giù di li? Lo sai che il cinquecento è lontanissimo per te? Lo sai vero caro amico che poi c’è stato il barocco, il rimpianto classicista, la plastica ottocentesca e il fai-quel-che-cazzo-vuoi del 900? Ce ne freghiamo vero?

Christian Zucconi
Certo che ce ne freghiamo. Ma per risponderti più precisamente: la storia dell’arte più o meno somarescamente l’ho studiata e quindi sì, più o meno so come qualcuno per comodità ha arbitrariamente deciso di suddividere e battezzare le epoche, gli stili eccetera, ma sono cose che non vanno prese troppo sul serio. Il Tempo non va preso troppo sul serio. So di essere qui, a casa mia, adesso, nel 2015 secondo il calendario gregoriano, e c’è un freddo cane, non è maggio e tanto meno non è il maggio 1456 o 1472 o giù di lì.

Ivano Sossella usw
Si, il tempo non va mai preso sul serio. Ma proprio mai, nemmeno ora. Lo spazio invece? Oramai crediamo che siano gemellini lo spazio e il tempo. Del tempo ce ne freghiamo ma di suo fratello?

Christian Zucconi
Questa parentela non mi ha mai convinto. C’è chi sostiene che il Tempo non esista nemmeno… e non prendo sul serio qualcosa che neppure sono sicuro che esista, altrimenti dovrei dare credito a tante altre cose, troppe; ma con suo fratello ci lavoriamo, non possiamo permetterci di fregarcene. Lo spazio esiste – almeno fino a quando sarò in grado di concepire e realizzare immagini tridimensionali.

Ivano Sossella usw
Una volta ci hanno raccontato che scolpire era abitare lo spazio. Da qualche tempo insistono piuttosto che scolpire, in realtà, lo spazio (leggasi tempo) lo si curva. Ma la filosofia del fregarsene di quel che si sa e favorire invece l’ inspiegabile è il mestiere dell’ arte no? Quel che non si può esaurientemente spiegare ha sempre un sapore di vero più intenso del dicibile: se domattina alle otto appena alzati ci facciamo un bicchiere del tuo Lambrusco eccome se lo gustiamo quel “vero” pur, forse, non sapendolo comprendere o spiegare. Tu versa un altro bicchiere e tutto ritorna. Penso che se si fa arte, quando si scolpisce si è parenti di quel “vero”: il sorso del Lambrusco sorride al bronzo del Perseo o al marmo del Parthenon…

Christian Zucconi
Sono pienamente d’accordo, e non solo per il vino (che dalle mie parti non è Lambrusco bensì Gutturnio), ma soprattutto perché spesso a voler spiegare ogni cosa a ogni costo si rischia il banale o peggio. Se io fossi convinto di avere qualcosa da dire, qualcosa di così chiaro e intelligente per il quale il resto del mondo non potrebbe elevarsi senza il mio fondamentale apporto, scriverei un libro, fonderei una religione… non mi metterei certo a sbozzare figure. Invece, e questo certamente è un mio limite, per capire ho ancora bisogno delle figure, e a volte non bastano nemmeno quelle. Del resto trovo che la bellezza del sorriso di cui parli stia proprio in questo non capire fino in fondo, un po’ come quando si è bevuto un bicchiere in più e ci sembra di essere i re del mondo e di sapere tutto, salvo poi svegliarsi col mal di testa sapendo niente ma appagati.

Ivano Sossella usw
si ma per l’ arte si rinucerebbe anche al Gutturnio (e al Tignanello se posso permettermi) no? Non è che si fa così noi che arte si fa?

Christian Zucconi
Già ci son troppe rinunce da sopportare, vuoi pure toglierci il vino?

Ivano Sossella usw
Lo sai che nel caso uno psicologo forense analizzasse i tuoi lavori -l’impianto chiaro e scultureo che è sottoposto a rotture, cuciture, graffe di ferro nella carne/marmo rosa- potrebbe inchiodarti per un paio d’anni? tu a un certo punto prendi la mazza…. mi viene in mente la fine di Pulp Fiction quando il boss ciccione dice: “chiamerò qualche scagnozzo strafatto di crack per fare un lavoretto in questo cesso, con un paio di pinze e una buona saldatrice. Hai sentito quello che ho detto, pezzo di merda? Con te non ho finito neanche per il cazzo! Ho una cura medievale per il tuo culo!

Christian Zucconi
Meno male non fanno processi alla fantasia – anche se più o meno è quello che è successo al Divin Marchese… Del resto lo psicologo di cui dici inchioderebbe anche buona parte degli scrittori e artisti di sempre. Basti pensare all’erotismo truculento che permea spesso molto esplicitamente le opere d’arte religiosa, o leggere una Legenda Aurea o un diario di una mistica per trovare pagine sadiane ante litteram e, anche, immagini alle quali ultimamente la tv e il web ci stanno abituando. L’essere umano ha sempre avuto a che fare con il sangue, il sesso, la violenza… il sacro, per citare Girard.

Ivano Sossella usw
Qualche volta lo hanno fatto, non abbiamo immunità: legano anche gli artisti e De Sade ne sa qualcosa quindi non sentirti così al sicuro… e poi sì Christian, si ha a che fare con sangue e altri fluidi come con violenza e botte da orbi: ma perchè prendersela con una scultura? Sali sul ring se proprio ti preme. Perchè prendersela con il marmo?Magari pensi che non siano belle sculture le tue e se le rendi più brutte diventan più belle?

Christian Zucconi
D’acchito all’ultima domanda ho pensato a Bernardo di Chiaravalle e alla “bellezza deforme”… Vado a prendere il passo così te lo cito per bene: “Cosa significa nei chiostri, sotto gli occhi dei fratelli intenti alla preghiera, questa galleria di mostri grotteschi, questa sconvolgente bellezza deforme e questa bella deformità?” Ecco, io credo che senza volerlo(?) la risposta se la sia già data nella domanda, il buon Bernardo, e nello stesso tempo l’abbia data anche a te: “Sì, diventano più belle”. Perché diventano più vere, perché come l’essere umano portano sul corpo i segni fisici e morali di un momento, e per la mia concezione estetica questo le rende migliori. Ma c’è una precisazione da fare: io non me la prendo col marmo, il mio gesto non è lo sfogo di chissà quale aggressività latente; se mi arrabbio mi sfogo sul diretto interessato, che se riesce me le rende, non su una scultura.

Ivano Sossella usw
Bernardo ha intuito che il realismo può essere solo brutto, deforme, ferito, Se dico una ragazza con denti neri, capelli unti e occhi gonfi hai subito un senso del vero con maggiore intensità, maggior realismo appunto, che se io dicessi una ragazza con i capelli biondi, occhi verdi e pelle di seta. Il bello porta all’ astrazione il brutto al senso del vero: non è che alla fin fine lo sfregio è una scorciatoia per rendere più vere le tue sculture?

Christian Zucconi
Credo piuttosto che Bernardo abbia intuito il fascino, “sconvolgente”, del mostruoso, della deformità, della bruttezza che fa parte del reale. Con questo, il realismo non necessariamente deve essere brutto o ferito, forse lo è nel mio lavoro, ma esistono tanti artisti in cui non lo è affatto. Dipende dall’inclinazione, dalla concezione estetica… la mia certamente è rivolta agli aspetti più crudi dell’uomo, più bassi, in cui uno sfregio, una ferita, una legatura metallica si caricano di significati solitamente tenuti nascosti proprio perché “sconvolgenti” – per tornare a Bernardo prendendo una scorciatoia.

Ivano Sossella usw
Ero a Brera ieri Christian davanti al culo di Naponeone, perchè è tanto chiaro a me quanto allo scultore che il fronte, il davanti della scultura era quello. La scultura si sa è sempre dietro ma nel momento in cui si scolpisce il culo, beh mi sembra una rivincita della scultura non credi? O una parte vale l’altra?

Christian Zucconi
La scultura non si deve prendere nessuna rivincita. Per me il piacere di scolpire una forma è sempre lo stesso, anzi, quando lavoro non penso proprio allo spettatore, a Ivano che guarderà il culo, perché quello che sto facendo lo sto facendo io per me solo, è un fatto privato, una masturbazione. Passo più tempo a modellare l’interno, il dentro che nessuno vedrà, appunto per il solo piacere di scavare, di portare lo spessore della pietra al limite della rottura… Una volta terminata, fuori dal laboratorio, la sfera diventa pubblica e da quel momento ci sta anche che Ivano osservi il davanti o il dietro o che a qualcuno venga la malaugurata idea di celarne le pudenda come occorso al Napoleone di cui parlavi, nel qual caso fa benissimo a mostrare le terga.

Ivano Sossella usw
sì Christian che ognuno copra le proprie pudenda e s’ingegni di scoprire quelle altrui. Statue comprese

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