In questa “Enciclopedia” la donna si scopre…diversa

0 Posted by - October 25, 2017 - Kritika segnala, Recensioni

ARTICOLO PUBBLICATO SU ilGiornale OFF

emanuele beluffi

H. Bellocchio, 2017, China su carta giapponese, 49×60 cm, Ph. Vittorio Rappa-H. Bellocchio

Spazio 22 di Milano ospita la mostra, a cura diVittorio Rappa, di due giovani e promettenti artisti, Matilde Solbiati e Hernan Bellocchio. Le loro opere, tutte inedite, dialogano attraverso un’installazione site specific di Bellocchio costituita di sottili fili bianchi che strutturano verticalmente lo spazio, delineando un percorso sia fisico che mentale, accompagnata da una serie di disegni a china e matita su carta giapponese che rappresentano l’estrema trasfigurazione di una sommità montana: e qui ci piace pensare al celebre e controverso romanzo “mistico” “Il monte analogo” di  René Daumal, “romanzo d’avventure alpine non euclidee e simbolicamente autentiche”, dove un viaggio “vero” diventa un viaggio “metafisico” in prossimità della cima in sospensione fra cielo e terra.

Nulla può dirsi vero e nulla falso del tutto: come nelle opere di Matilde Solbiati, dove il “viaggio” immaginifico è quello…di un’immagine: l’immagine della donna. Che è cambiata nel corso del tempo, soprattutto a partire dall’immagine codificata in quel trattato di formazione noto come “Enciclopedia della donna” pubblicato negli anni Sessanta allo scopo di educare la donna maritata o da maritarsi su tutto quello-che-doveva-sapere-tranne-il-sesso.

emanuele beluffi

Matilde Solbiati , Enciclopedia della donna, Volume I , 2017, Collage e tecnica mista, 49×31 cm – Ph. Vittorio Rappa – M. Solbiati

E  Matilde Solbiati, proprio con le pagine dell’“Enciclopedia della donna”, realizza un “crossover” di colpi d’occhio generazionali sull’immagine della donna: che cosa vedranno i posteri della donna del 2017?

L’artista trova (in una bouquinistes de Paris  o qui alle bancarelle dei Navigli di Milano non importa) gli esemplari della suddetta“Enciclopedia” e la riedita in tre volumi (ma l’obiettivo è rieditarli tutti e dieci, tanti quanti sono i tomi dell’edizione originaria), attraverso un lavoro di cancellazione di immagini e testi e di ri-applicazione di altre immagini, pagina per pagina, reinterpretando l’“Enciclopedia della donna” oggi: si tratta di fotografie che noi oggi diremmo “porno soft” o erotiche, tratte da riviste degli anni Settanta, opportunamente ritagliate e sistemate fra le pagine dell’”Enciclopedia rieditata” seguendo un filo narrativo che in realtà non è unidirezionale in quanto rappresenta, dice l’artista, «un sentiero di montagna per raggiungere la vetta, che poi si rivela sempre una vetta invertita, perché quello che raggiungo è sempre l’origine». Proprio come accade agli escursionisti del “Monte analogo” di René Daumal.

LEGGERE OFF FA BENE ALLA SALUTE

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