HAIM STEINBACH COLLECTIONS

0 Posted by - February 10, 2013 - Recensioni

Haim Steinbach (1944), israeliano d’origine e newyorkese d’adozione, non è un architetto né un designer, bensì un “antiscultore” che ha fatto della capacità di disporre e organizzare, su mensole e scaffali realizzati ad hoc, oggetti diversi, soprattutto d’uso quotidiano, antichi e contemporanei, preziosi e kitsch, sacri e profani, che interagiscono con lo spazio (durante Documenta IX prese in prestito ed espose alcuni oggetti di proprietà di Jan Hoet, curatore della mostra). Un modo di fare arte che coniuga il minimalismo con la pop art: Haim Steinbach riesce a conciliare Donald Judd con il design funzionalista di Lissoni, De Padova e dell’Ikea con Duchamp e Andy Worhol. Come, lo scoprirete visitando la sua personale nella prestigiosa galleria-museo di Lia Rumma: uno spazio espositivo in cui, se esponessimo un panino col salame e lo spacciassimo per un’ opera di Eat Art diventerebbe un ready-made del sistema dell’arte. Su tre piani dell’imponente edificio, scaffalature e mensole colorate fanno bella mostra di sé geometrizzando lo spazio. Non vi stupirete più di tanto nel notare che gli oggetti esposti sono stati associati l’uno all’altro per forma o colore e organizzati in maniera scrupolosa secondo i principi analitici e soggettivi dall’artista, valorizzandone l’impatto scultoreo, estetico, simbolico e culturale.

Noi siamo ciò che produciamo e consumiamo, lo sappiamo dall’alba dei tempi e fino qui nulla di nuovo: ma fatte attenzione, perché per Haim Steinbach incorniciare, strutturare e disporre oggetti su mensole mai casuali corrisponde all’arte del mostrare il luogo in cui si collocano, dando importanza al pavimento, agli angoli, alle pareti, con l’obiettivo di alterare la percezione dello spazio per evidenziare una dialettica relazione tra il singolo oggetto e il contesto.

Per la galleria di Lia Rumma l’artista ha puntato sul riciclo di materiali ordinari da costruzione, staffe di metallo, pannelli, scaffalature prefabbricate, pittura e carta da parati, con l’idea di evocare uno spazio domestico minimal-chic.

Qui, più di cinquanta oggetti selezionati da sette collezioni private sono talvolta abbinati a cose diverse appartenenti all’artista, appoggiati su mensole a muro o a pannelli che diventano dispositivi della visione, elementi architettonici per dare forma allo spazio. Ogni collezionista ha scelto una dozzina di oggetti di sua proprietà, l’artista li ha poi selezionati e ridotti di numero, alternandoli ad oggetti della sua collezione. Le pareti, balaustre, recinzioni e mobili d’arredamento, ridisegnano lo spazio e la sua maniacale classificazione di elementi diversi, teatralizzano lo spazio. Al piano terra oggetti della collezione di Lia Rumma, richiesti espressamente dall’artista per suggellare un’amicizia e una collaborazione di lunga data. Ogni singolo elemento, decontestualizzato dall’ambiente domestico ed esposto nella prestigiosa galleria, diventa un presupposto compositivo, una forma oggettiva per definire uno spazio autoreferenziale. Fate attenzione, perché tra gli altri oggetti, molti dei quali banalissimi, al secondo piano c’è un’ampia collezione di monetazione tribale africana. Il gioco di contrapporre oggetti di valore a quelli ordinari al fine di annullarne la distanza temporale si ripete negli altri piani: ma così l’allestimento di Steinbach finisce di stupire e diventa prevedibile e ripetitivo.

Al secondo piano sono accattivanti le pipe abbinate agli oggetti della collezione di Steinbach; anche al terzo piano, gli oggetti di diverse dimensioni non fanno altro che evidenziare la grandezza e la maestosità del luogo. Giunti a questo punto, arrivate fino all’ultimo piano, perché da quassù vi godrete lo sky-line di Milano in via di rapida trasformazione e non avrete il rimpianto di aver perso il vostro tempo. La sera dell’inaugurazione sei musicisti hanno utilizzato diversi oggetti e strumenti a fiato ed hanno emesso una sequela di suoni e sequenze di rumori: deja vu e noia abissale. Adesso smettetela di chiedervi se questo ha un senso oppure no. Consoliamoci, perché ad aprile con il Salone del mobile vedremo trovate di allestimento molto più innovative di questa, tanto qui il luogo mostra e celebra se stesso. C’est tout!

 

Haim Staeinbach | Collctions

Galleria Lia Rumma
via Stilicone 19, Milano
info@liarumma.it
www.liarumma.it

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