E’ di nuovo settembre e insieme all’uva è tornato il circo delle inaugurazioni milanesi. Nulla di nuovo sotto il sole: come ha recentemente riferito Sergio Marchionne, “noi italiani siamo sempre il Paese dei Gattopardi, a parole vogliamo che tutto cambi, ma solo perchè tutto rimanga com’è”, epitome che ben si adatta alla situazione delle gallerie meneghine.
Ma qualcuno che canta fuori dal coro v’è: Killer Kiccen, salotto espositivo underground con fornelli e location privata, rilevato dall’imprenditore Antonio Ponti in zona Navigli di Milangeles, che una volta comprendeva laboratori, botteghe di artigiani e officine e che ora è diventato uno spazio per feste private, secret concert, mostre d’arte, laboratori di sperimentazione et alia, diretto e curato da Giuseppe Iavicoli e Flavio Lavanga.
Li ho trovati quest’estate, Giuseppe e Flavio, alle prese con la preparazione dello spazio espositivo per la personale di settembre di Giuseppe Petrilli, artista classe 1970 from Lucera e attivo sia in Italia che all’estero -mostre a Miami, Chicago, Los Angeles, San Francisco, Montreal, Berlino, Zurigo.
Andate a visitare la sua personale, True_Fakes Vs. KK, inaugurata lo scorso 10 settembre da Killer Kiccen.
Varcata la soglia dello spazio espositivo vi troverete in cucina, appunto. Scherzo, la cucina sta di fianco. Davanti ai vostri occhi si aprirà un amplissimo spazio arredato con un muro di monitor, un furgone Bedford sezionato a metà e vestito di neon, una scultura a grandezza naturale di Thral, personaggio di World of Warcraft, un bar, comode sedute e varia paraphernalia in lungo e in largo.
E la mostra di Petrilli? Al piano di sopra, vasto come quello inferiore (“Come sotto, così sopra” mormorava l’alchimista).
Da sempre appassionato di film d’exploitation -i B movies americani che andavano forte negli anni Settanta, a basso budget e alto tasso di violenza, che avrebbero poi ispirato registi come Quentin Tarantino e Robert Rodriguez-, Giuseppe Petrilli tributa questa produzione cinematografica -che è anche e soprattutto uno spaccato culturale contemporaneo importantissimo- con un’inedita serie di opere che, per reminiscenza e riprendendo in mano un vecchio arnese dell’euristica d’arte, potremmo definire “pop”.
Locandine ispirate ai film di exploitation, create ex novo con rispetto filologico dell’iconografia originale -“manifesti veri di film falsi”, come dice l’artista-, con fanciulle desnude e armate, intraprendenti e ammiccanti, in posa per Petrilli che le ha immortalate e per noi che le guardiamo mentre ci puntano il ferro contro, sullo sfondo di frasi a effetto, colori virulenti e segnalazione di divieto ai minori, replica isomorfica e al contempo assolutamente personale delle locandine originali.
Accompagna la mostra una serie di video, proiettati nel “cinematografo” al piano inferiore di Killer Kiccen, summa antologica del cinema di exploitation con i trailer dei film materiale d’arte per l’intrapresa di Giuseppe Petrilli.
Bella mostra questa True_Fakes Vs. KK. Petrilli non ha inventato un cazzo perchè l’arte contemporanea è come la filosofia rispetto a Platone -da Duchamp in poi non c’è più niente da inventare-, ma ha colto nel segno e i suoi lavori funzionano: egregiamente realizzati e presentati, colpiscono l’immaginario e attirano inesorabilmente a sé.
Difficile scegliere il migliore della combriccola, vien voglia di prenderli su tutti e scappare via col malloppo.
Giuseppe Petrilli | True_Fakes Vs. KK
a cura di Beppe Treccia Iavicoli
Killer Kiccen
via Pestalozzi 10, Milano
info@killerkiccen.com
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