GILBERTO ZORIO

0 Posted by - May 21, 2013 - Recensioni

L’energia e i mutamenti dei materiali sono temi della ricerca di Gilberto Zorio ( Andorno Micca, Biella, 1944) protagonista dell’arte povera, scultore alchimista di scena nella imponente galleria di Lia Rumma, dove  su tre piani vi accolgono installazioni, marchingegni di  forme cinetiche, misteriosi alambicchi in pyrex e bagliori a intermittenza che rivelano l’inatteso, al confine tra il visibile e l’impercettibile: basta avere pazienza e aspettare ogni quindici minuti epifanie di luce.

Il percorso in bilico tra esperienza fisica, confronto tra materiali diversi e l’ignoto incomincia al piano terra della galleria, con una Terra Stella (2013), una claustrofobica costruzione di blocchi di gasbeton, utilizzato per l’edilizia, a pianta stellare, con siviera in ferro, sabbia, Lampada di Wood, fosforo e temporizzatore che emette scintille, dialoga con Stella di cuoio su giavellotti (2007) e insieme modificano la percezione dello spazio.

Zorio è interessato fin dagli esordi alle caratteristiche volubili della materia e si concentra sul portare alla luce elementi magici, alchemici intrinseci ai materiali nell’attesa di far comparire le  variabili che designano mutazioni formali. Luci artificiali, lampi blu, diventano icone di un processo di metamorfosi dei materiali che restituiscono all’opera  un’irruente energia, da vedere e  non da raccontare.

L’artista si muove  nello spazio dell’immaginazione che coincide con lo spazio fisico: sono note le sue stelle a cinque punte, ricorrenti  nel suo lavoro dagli anni Settanta. Al primo piano, entrando sulla  sinistra, fa capolino Luci (1968), un’opera storica composta da otto blocchi di cemento, 12 lampade, cavi elettrici, che dialoga con l’opera recente sulla destra, Stella Vastok (2013), composta da cinque giavellotti, filo di rame e un’altra Torre Stella (2013), costruzione sempre in gasbeton, che si espande sulla terrazza e crea un ideale ponte tra il passato e il presente, tra lo spazio fisico e mentale, creando effetti di luce. Zorio s’identifica nella stella, è quasi il suo autoritratto che nasce  da un lavoro in cuoio con il suo volto in rilievo, dove al posto degli occhi vi sono pupille a forma di stella. Giunti al secondo piano, totalmente oscurato da teli neri, troverete due siviere sospese nel vuoto, una con un contenitore in pyrex e l’altra di gomma, poi fate attenzione  anche agli altri materiali  – coaguli ricorrenti  nel lavoro di Zorio, che sottoposti a reazioni cinetiche  scatenano forze misteriose. Attenzione:  non scappate  e attendete luminescenti scariche precedute da suoni inquietanti che vi preparano al viaggio verso stadi di trasmutazione della materia, dove le scintille di Tesla utilizzate sui tre piani della galleria, tracciano cosmologie iridescenti.

Qui luce, buio ed esplorazioni di confini fluorescenti non sono fine a se stesse, perché  sprigionano energia germinativa di relazioni basate sui principi della fisica e della chimica che si effonde nello spazio circostante, quasi come onde elettromagnetiche trasversali, configurando convinzioni filosofiche, teorie di astronomia, idee intorno al Cosmo inconoscibile, carico di simboli esoterici visualizzati in squarci mirabili dall’irresistibile fascino che si stagliano nel buio e configurano sulla parete astri celesti, dove sono racchiusi i valori magici di intere civiltà, antiche e moderne.

Gilberto Zorio 

Galleria Lia Rumma
via Stilicone 19, Milano
info@liarumma.it
www.liarumma.it

No comments

Leave a reply