FLAGS OF AMERICA

0 Posted by - February 5, 2013 - Recensioni

Modena non varrà una messa, ma una visita alla Fondazione Fotografia è di rigore. Non foss’altro per poter ammirare lo splendore della mostra Flags of America, a cura di Filippo Maggia, rassegna di opere di veri e propri maître à penser della fotografia (fra gli altri: Ansel Adams, Edward Weston, Minor White, Van Deren Coke, Paul Caponigro, Ralph Eugene Meatyard, naturalmente Richard Avedon, Irving Penn e Diane Arbus, e poi Bruce Davidson, Garry Winograd, Roy DeCarava, Stephen Shore, John Gossage) che raccontano l’America dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ai primi anni Ottanta, quando, consolidatasi a livello economico, politico e culturale, la Superpotenza inizia a ripiegarsi su se stessa in un’analisi introspettiva delle contraddizioni del benessere durevole ma anche potenzialmente distruttivo.

La mostra tributa i pionieri della cosiddetta straight photography, Ansel Adams (1902-1984) e Edward Weston (1886-1958), l’uno cantore della wilderness americana e inventore del metodo a “sistema zonale” per il controllo dell’esposizione, l’altro promotore del più aderente realismo e interprete delle forme e della limpidezza della visione. Non mancano gli accostamenti interessantissimi, come le opere di Ralph Eugene Meatyard (1925-1972) che, diversamente dalla straight photography dei succitati Adams e Weston, propone una fotografia “visionaria” dalle immagini sfocate e i lunghi tempi di esposizione, un modo di lavorare che avrebbe fatto storia (basti pensare a Francesca Woodman), e a Diane Arbus (1923-1971), lavorò alla fotografia di moda senza d’altro canto mai abbandonare una ricerca più personale dedicata ai deboli, ai perdenti, ai bizzarri, agli eccentrici e agli “strani”.

E quando si parla di fotografia di moda non si può non pensare ai sommi Richard Avedon (1923-2004), fotografo principe di Harper’s Bazaar prima e Vogue poi (in mostra un suo magnifico ritratto di William Burroughs), e Irving Penn (1917-2009), stesso curriculum professionale di Avedon, iniziato con Harper’s Bazaar e proseguito per sessant’anni (sessanta!) con Vogue. L’America, New York, il jazz, la vita notturna, John Coltrane e Louis Armostrong: nessuno meglio di Roy DeCarava (1919-2009) ha saputo interpretare quell’aspetto agrodolce e bohémien della Grande Mela afroamericana degli anni Cinquanta, con le sue fotografie realizzate in condizioni di luce ambientale, facendo da contraltare agli scatti più meditativi di Paul Caponigro (1932), artista introspettivo, spirituale e filosofico, cantore dei luoghi e della loro intima essenza trascendente, così lontano e così sorprendentemente vicino ai paesaggi urbani brulicanti di vita di Stephen Shore (1947), interprete di una provincia americana moderna e dionisiaca.

 

Flags of America

Fondazione Fotografia
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