Ideato e curato da Gianluca D’Incà Levis, il progetto Dolomiti Contemporanee (DC) si caratterizza come dialogo tra arte contemporanea e cultura del territorio attraverso l’azione di recupero di siti chiusi da decenni, riaperti a nuova vita e al pubblico.
Contestualizzato in uno dei più bei paesaggi montani del mondo, il primo appuntamento della seconda edizione di Dolomiti Contemporanee si è aperto sabato 4 agosto nella zona artigianale di Taibon Agordino con una rilevante partecipazione di pubblico e la presenza di quasi tutti gli artisti protagonisti delle sei mostre che hanno caratterizzato il primo blocco espositivo all’ex fabbrica Visibilia.
Il primo ciclo di mostre al blocco di Taibon mi è parso paradigmatico dell’attitudine specifica del progettoDC, struttura dalla trama complessa che unisce elementi specifici del territorio all’opportunità di apertura, con l’obiettivo di creare esperienze rinnovatrici.
Come si è detto e ripetuto durante i discorsi inaugurali, è evidente per tutti, tranne per chi non sa vederlo, che la cultura, e l’arte, possono costituire uno stimolo. La cultura e l’arte non sono nient’altro che uno stimolo, un istinto e una progettualità. Lo stimolo è “omniverso”. Nel nostro caso, l’impulso colpisce diverse sfere, perché il progetto è articolato. Naturalmente ci interessa l’arte insé: un’opera è un concentrato di pensiero e immaginazione, formalizzati; è una bomba, ovvero un involucro con un contenuto esploso, esplosivo, esplodente; l’arte è interrogazione esplosiva (sempre fatta eccezione per chi non sa vederla, ovvero chi dorme, o è cieco, desensibilizzato, inerte, grigio). La cultura e l’arte sono utili e necessarie: rinfrancano, interrogano, criticizzano, riespandono, riconnotano. Se una persona pensa che la cultura e l’arte siano inutili, quella persona va curata. Il parametro di concretezza, pragmaticità addirittura, utilità dell’arte, è ben evidente in DC, credo. L’utilizzo di fabbriche dismesse non deriva da un particolare interesse per l’archeologia industriale, deriva dalla volontà di aprire. Individuiamo le fabbriche chiuse, nei luoghi che ci interessano, le fabbriche che l’industria non ha potuto o saputo aprire, fabbriche che si prestano a quest’uso particolare, ovviamente: che per collocazione, volumetria, distribuzione interna, tipologia degli spazi, possiedono un potenziale interessante. Luoghi inespressi, esausti, abbandonati, che ripartono, e tornano in vita, per una stagione, nel corso della quale molte cose accadono, molte reazioni si innescano, molti rapporti nascono: le fabbriche riattrezzate da DC sono spazi sperimentali d’accoglienza, incontro, lavoro, riflessione, progettazione culturale. Quando poi si va via, dopo aver fatto un focus di questo tipo, c’è il caso che le fabbriche, rivisitate, ripartano: a SassMuss, dopo il nostro passaggio dello scorso anno, le trattative commerciali sono finalmente ripartite, e si sono affittati alcuni degli spazi da noi usati per farci le mostre. Questo è rinnovare, attraverso un modello nuovo.
Dopo la prima edizione di SassMussnel 2011, il progetto Dolomiti Contemporanee è valso a D’Incà Levis il Premio Città Impresa 2012 “per il contributo portato, attraverso la sua attività creativa, allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio del Nord-Est e dell’intero Paese”, e si ripropone, in questa edizione 2012, secondo lo stesso vincente format: una residenza, diversi cicli di mostre che vedono coinvolti gruppi di artisti e curatori, le sinergie con gli artigiani e le aziende locali e la presentazione di mostre fino al 28 ottobre 2012 in diversi siti (Primo Blocco di Taibon, 4 agosto/9 settembre; Secondo Blocco di Taibon, 22 settembre/21 ottobre; Cortina d’Ampezzo, 11 agosto/15 settembre;Erto e Casso, 15 settembre/28 ottobre).
Il primo ciclo di mostre a Taibon ha visto coinvolti trentacinque artisti riconosciuti a livello nazionale e internazionale, sette curatori e tre gallerie.
Il percorso espositivo composto di sei mostre si è svolto sui tremila metri quadri dell’ex fabbrica di occhiali sovrastata dalle crode dolomitiche.
L’inaugurazione di DC NEXT2012 è andata secondo le tue aspettative?
Non ho aspettative rispetto alle inaugurazioni, che non vanno mai deserte, dato che lavoriamo sodo e la nostra rete è assai ampia e partecipata. Ho aspettative rispetto al progetto nel suo complesso, al processo del fare e crescere e sviluppare, direi. Sabato è stato bello. Nel corso della giornata/serata sono passate per il Blocco più di 700 persone, non ne passava una da dieci anni. La vita è sorprendente, il ritorno alla vita ancora di più. E poi, questa germinazione ai piedi dei silenziosi picchi dolomitici, è spettacolare. Aggregare in quota è interessante, portare la gente sulla roccia è interessante. Noi vogliamo mettere una parete di roccia davanti ad una persona, per vedere se la sa superare, scalare, bucare con lo sguardo. C’è gente che sa salire. saliamo.
A cura degli artisti Tiziano Martini e Nicola Genovese, A poemabout a chance meeting è la mostra della residenza, durante la quale, per una settimana, gli artisti invitati hanno condiviso intenti, obiettivi e modi di operare. A poemabout a chance meeting presenta i lavori realizzati in situ degli stessi Martini e Genovese con Dacia Manto, Paolo Gonzato e Andrea Magaraggia.
I lavori dei cinque tra cui le installazioni e i disegni di Manto, i collages, le sculture e un ready made di Gonzato, la pittura di Martini, e le installazioni di Magaraggia e Genovese,realizzate traendo spunto dagli input del luogo, dialoganonello spazio senza forzature.
Curata da Gianluca D’Incà Levis, Cubodentro è il progetto realizzato da Christian Martinelli e Andrea Salvá e appare come il totem di Dolomiti Contemporanee: un grande cubo specchiante inseritoall’interno del white cube dell’ex fabbrica. Nello spazio confinato del Blocco prosegue la sua azione mimetica e inclusiva,assimilandole immagini e i passaggi dell’ambiente interno.
Così come DC è un progetto curatoriale che include progetticuratoriali, Cubodentro riformula una visione che prima assorbiva il paesaggio naturale esterno.
A cura di Alberto Zanchetta, la mostra Minima Marginalia presenta una selezione di opere degli artisti Michele Bazzana, Umberto Chiodi, Marco di Giovanni, Matteo Fato, Hubert Kostner, Gianni Moretti, Nero/Alessandro Neretti e Paride Petrei. Il progetto nasce come dedica al luogo che lo ospita: l’ex fabbrica di occhiali Visibilia, e riflette sullacuriosità che scaturisce daldesiderio di vedere. Ecco dunque dispiegati all’interno dell’ampio spazio le opere degli artisti, assemblaggi scultorei come pensieri sparsi, “marginalia”, note visive di un argomento più vasto che potrebbe essere la manipolazione della realtà.
Curata da Riccardo Caldura in collaborazione con Gianluca D’Incà Levis, Guido Molinari, Paolo Toffoluti, la mostra Future, Landscape in DC. A changingexhibition indaga il concetto di “paesaggio”accostandoloa quello di “futuro”attraverso le opere di Marta Allegri, Cristian Chironi, Marco Citron, Cuoghi Corsello, Laura Dall’Aglio, Giancarlo Dell’Antonia, Roberta Franchetto, Antonio Guiotto, Giovanni Morbin, Giacomo Roccon, Serse, Barbara Taboni, Jonathan Vivacqua, Andrea Werner e Claudio Zanon.
Il progetto è nato dalla collaborazione fra Forte Marghera-Parco del Contemporaneo e Dolomiti Contemporanee, entrambe realtà attente al dialogo fra arte contemporanea e territorio.
All’interno degli spazi nel lato opposto del blocco, il progetto Mountain ways a cura di DCNEXT 2012 e Studio d’Arte Raffaelli di Trento presenta gli artisti trentini Laurina Paperina e Federico Lanaro. La mostra indaga il tema montano attraverso l’approccio ironico e tagliente caratteristico di Laurina Paperina, che per l’occasione ha presentato la serie inedita Mountain Legends, e attraverso l’approccio più onirico caratteristico di Federico Lanaro, che ha presentato un’istallazione minimale, riflessione “positivistica” sul concetto di percorso inteso come elemento lineare con un inizio e una fine.
In conclusione la mostra Trifase, progetto a cura di Matteo Efrem Rossi ed Elisa Decet in collaborazione con Eventi Arte Venezia, con gli artisti Thomas Braida, Roberto De Pol e Martino Genchi.
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