David Lamelas (Buenos Aires, 1946) è tra i pionieri dell’arte concettuale, dal riconosciuto rigore minimalista, interessato alle tematiche incentrate sulle nozioni di spazio e di tempo, sulla messa in discussione del modello tradizionale di scultura, sull’ambiguità della comunicazione e dei processi di trasmissione delle informazioni: qui c’è la Storia.
Ma perché nella galleria/museo di Lia Rumma – tempio dell’arte che conta – da un po’ di tempo non si vedono più mostre guizzanti, coraggiose, di artisti innovatori, dirompenti, controcorrente? Perché si trovano solamente artisti che vincono facile, i protagonisti ormai storicizzati e riconosciuti dal mercato internazionale?
Perché Lia Rumma ha smesso di fare l’esploratrice del nuovo, dall’innato intuito. La signora dell’arte, come altri galleristi importanti nell’ambito del complesso sistema del mercato, ha abbandonato il ruolo di gallerista illuminata qual è stata fin dagli esordi, barattando il coraggio, e una certa dose di visionarietà, con la sicurezza, puntando su artisti già consolidati e su nomi-griffe dell’arte. Si allinea all’onda della storia.
Questa è la seconda mostra personale di David Lamelas (la prima si tenne a Napoli nel 1972): certo non dimentichiamo che per molti è un’occasione per conoscere l’artista argentino, che dal 1968 si è trasferito a Londra, come altri della sua generazione, divenendo cantore di sperimentazioni concettuali degli artisti inglesi, ma per quanto siano interessanti le sue opere non aggiungono e non tolgono nulla a ciò che sapevamo già intorno alla sua rigorosa ricerca.
E’ una mostra senza lode e senza infamia, algida ed elegantissima come la galleria minimalista di Lia Rumma. Al piano terra vi accoglie Signaling of Three Objects(1968), composta da un acero di media grandezza circondato da venti lastre di marmo, dall’impatto cimiteriale, mentre al primo piano vedrete Dos Espacios Modificados, realizzato per la prima volta in occasione della Bienal de São Paulo in Brasile nel 1967, quando vinse il primo premio per la scultura, riadattato allo spazio in quest’ultima versione. E’interessante vedere come questa struttura in alluminio, messa in relazione con la galleria attraverso una sorta di recinto cubico, alteri completamente la percezione dello spazio, mentre nella proiezione del lavoro sulla terrazza, attraverso una sorta di “tappeto”, composto da lastre di alluminio con l’obiettivo di ridefinire il rapporto tra contenitore e contenuto , crea una relazione tra l’ambiente interno e quello esterno, annullando la vetrata che divide le due opere complementari ed evidenziando prospettive plurime protese verso spazialità altrimenti inesprimibili. Infatti a Milano David Lamelas, che nel tempo ha intrecciato un rapporto di stima e di amicizia con Lia Rumma, si presenta con tre lavori site-specific, uno per piano, partendo da parti di un progetto costantemente in corso qui ripresentate in una versione inedita.
Chiude la mostra, al secondo piano della galleria, la videoinstallazione Time as Activity (Milano e Napoli, nel 2013 e nel 2014), che prosegue la serie di film iniziati nel 1969 a Düsseldorf. Osservando le immagini che rappresentano luoghi urbani di due città così diverse tra loro, capirete che l’obiettivo di quest’opera ruota intorno all’intento di scardinare l’idea del tempo come successione ordinata di eventi: qui vi immergerete in un flusso di immagini sospese nel tempo e nello spazio, che rappresentano nel movimento la durata di un eterno presente.
David Lamelas
Galleria Lia Rumma
via Stilicone 19,Milano
www.liarumma.it
info@liarumma.it
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