ARTICOLO PUBBLICATO SU IL GIORNALE OFF
Arte e ideologia: una relazione inattuale? Per associazione, penso alla costa di un tomo ingiallito sullo scaffale di una libreria degli anni Settanta, molto consultata dall’intellò di quegli anni formidabili, quando la produzione culturale in ottica marxista impregnava di sé ogni ambito disciplinare, dalla politica alla letteratura alle arti visive alla musica (un esempio su tutti: György Lukács, “Prolegomeni a un’estetica marxista”).
Eppure, l’inattualità di questa relazione, che suona così strana nell’era di Twitter in cui la post ideologia è la gaia levità dei 140 caratteri (il cervello di un uccellino, appunto) e la disinformazione non è più la disinformacija di una volta, in realtà questo binomio non è così anacronistico, anzi: a ben pensarci, ridiventa attualissimo grazie al dispotismo culturale dei tempi odierni, governati dal politicamente corretto e dalle mammolette dei 30 all’ora in centro. Quante volte gli intellettuali, gli artisti visivi, i musicisti, gli scrittori, i cineasti si sono prestati alla politica, talvolta aderendo pienamente e consapevolmente a un’idea fino alla fine e talaltra facendo la figura degli utili idioti o dei finti dissidenti? Ma tempus fugit e la vita pure, quindi vi parlerò solo di quel che mi compete (diffidate degli esperti, in qualsiasi ambito), limitando il campo all’arte visiva […]
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