ARTICOLO PUBBLICATO SU ilGiornale OFF
Non si vergogna di dichiararsi reazionario e, visti i tempi, a livello di cultura visiva non si può non convenire con lui.
Anche il non frequentatore di musei (nulla di male) e il non aficionado di arte contemporanea e dintorni (idem) si è accorto del “cambio di paradigma” che ha dato, da un po’ di anni a questa parte, una sterzata progressista e superiore ai prodotti dell’estetica odierna: gli basta camminare nella sua città – non necessariamente la big big city – o restare imbottigliato nel traffico della metropoli per guardare gli orrori architettonici dell’(ex) nuovo che avanza(va), palazzi equamente distinti in sacri e profani e visibili anche al volgo che ha da esser governato.
Se passi da Foligno ti trovi davanti agli occhi il cubo di Massimiliamo Fuksas spacciato per una chiesa (la chiesa di San Paolo Apostolo, per la cronaca), mentre a Roma vedi il MAXXI e poi muori, creatura di quell’altra archistar, Zaha Hadid e ti par di vedere un centro commerciale.
Chiese che sembrano autolavaggi e musei dove il bar griffato attira più del resto, magnificati con selva di encomi e “Oh signora mia” dall’elite culturale soprattutto italiana che declina l’andazzo odierno, così provincialotta anche quando non si accorge d’esser la replica isomorfica dell’Alberto Sordi di “Un americano a Roma”.
Minimal, specchiante e angolare “is the new black”: stiloso, supermoderno, progressista e razionale. E infatti, nelle nuove chiese, subito di fianco all’altare gli architetti con le Clarks e la giacca di velluto ci mettono i servizi (no, non è un’iperbole, ma un fatto architettonico realmente esistente).
Il “reazionario” di cui sopra è Angelo Crespi, autore del pamphlet fresco fresco di stampa Costruito da dio”, sottotitolo “Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali”. “Costruito da dio” con la “d” rigorosamente minuscola a indicare come la divinità in questione non stia in cielo ma risieda fra gli architetti acchiappanuvole che si credon d’essere chissà chi per il solo fatto di aver realizzato una Nuvola, appunto, come il succitato Fuxsas con lo scatolone dell’EUR romano.
Crespi ci invita a guardare: ma perché adesso va di moda costruire chiese senza la pianta a croce e senza campanile e con l’interno che sembra una sala conferenze? E la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che cosa fa? Perché, anziché alla messa del vespro o a quella del dì di festa, tutti si ammassano alla vernice in Fondazione Prada?
Andare in un’ex area dismessa di periferia a (non) guardare le installazioni dell’artista turkmeno di-cui-non-sai-il-nome-ma-è-esposto-alla-biennale-di-sti-cazzi fa fino, mentre a varcar la soglia di una chiesa realizzata come Dio comanda passi…per un reazionario.
Angelo Crespi nel suo pamphlet ci mette in guardia: dall’arte “scatologica” (le varie installazioni fatte del nostro stesso prodotto interno lordo ed esposte negli sciccosissimi musei elvetici) siamo passati all’arte degli scatoloni, vedi il New Museum di New York, che sembra fatto di pacchi accatastati l’uno sull’altro.
E il virus, mi sia consentito, non risparmia nemmeno i galleristi nostrani: era il 2010 quando Lia Rumma aprì la sua mega galleria milanese e senza tema di passar per arrogante disse di volersi avvicinare a Dio, da quel palazzo su tre piani che come la Madunina domina Milàn. E del resto, proprio allora un altro “reazionario” e critico “liturgico”, Camillo Langone, stigmatizzava gli orrori dell’architettura sacra verticale e la manià di costruire grattacieli sempre più alti e vetrati.
E di architettura sacra, de-sacralizzata o laicissima, orizzontale o verticale che sia, nonché delle intrinsecamente connesse degenerazioni del gusto, si è parlato ieri al Mondadori Megastore di Milano in occasione della presentazione di “Costruito da dio”, presenti l’autore con Luigi Mascheroni e Domenico Piraina a far da contraltare alle tesi “forti” sostenute nel libro. Mascheroni meno “distruttivo” sul versante musei, Piraina più conciliante soprattutto per l’aspetto storico-ecclesiastico, ma tutti concordi sull’idea di fondo: passando dalla sfera spirituale a quella temporale, il risultato non cambia, il re è nudo. Qualcuno se n’è accorto e con il pamphlet di Crespi il numero degli “illuminati” potrà crescere, una spinta popolare e culturale che farà tornare le chiese espressione del Corpo Mistico anziché di un centro congressi e i musei sembreranno musei anziché cattedrali chic nel cemento.
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