COSMIC JIVE: TOMÁS SARACENO | THE SPIDER SESSION

0 Posted by - July 15, 2014 - Kritika segnala, Recensioni

A Genova, nel cortile maggiore di Palazzo Ducale, fende il buio Iridescent planet, una scultura gonfiabile dai riflessi argento-rosa-viola di Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumàn, 1973), realizzata in occasione della quinta edizione dell’evento culturale La Storia in Piazza, mentre al Museo di Villa Croce l’artista trasversale, architetto, scienziato, impegnato da anni in una ricerca di modelli di coesistenza sociale che spazia dalla biologia all’ingegneria e alla fisica, stupisce e incanta con un progetto site-specific unico e raro: Cosmic Jive. The Spider Session, a cura di Ilaria Bonacossa e Luca Cerizza, incentrato su una personale  reinterpretazione del mondo in chiave “aracno-cosmica”.

Questo straordinario progetto mette in relazione il mondo dei ragni – il misterioso motivo della ragnatela è al centro degli interessi di Saraceno dal 2009 – con ascendenze cosmiche e filosofiche. E’ stato realizzato con la collaborazione di biologi, musicisti, architetti e ingegneri elettronici, che insieme hanno dato “forma plastica”  al suono e alle vibrazioni prodotte dai ragni.

Ricordate la sua installazione calpestabile sospesa a venticinque metri d’altezza all’Hangar Bicocca a Milano On Space Time Foam ? Ebbene questa, creata ad hoc per Villa Croce, è ancora  più sorprendente e si basa su composizioni sonore che si propagano nei diversi ambienti ottocenteschi del museo, a partire dal piano nobile.

Fate attenzione anche al piano terra, dove potrete prendere visione della complessità del Saraceno-pensiero e la sua interpretazione  cosmica del mondo dei ragni, dove è stato allestito Cosmic Hive, composto da due tavoli ricoperti di fogli e arricchiti di note, schizzi, appunti vari, informazioni utili sul mondo aracnide e le implicazioni cosmiche: che certo saranno utili, anche se mostrare l’antefatto dello sviluppo concettuale dell’opera di Sareceno toglie poesia e stupore all’installazione ambientate immersiva che troverete al piano nobile.

In questo spazio noterete anche una cassetta postale posata a terra, simile a quelle che si trovano sparse per la città, ma scoprirete da soli a cosa serve, perché Saraceno vi invita ad interagire e a  tessere nuove metaforiche ragnatele. Nella sala accanto nove “quadri” riportano la complessa  scansione 3D di una ragnatela (realizzata dallo studio Saraceno in collaborazione col Dipartimento Pavis dell’Istituto Italiano di Tecnologia) produce un microcosmo virtuale d’impatto estetico che proiettato sul muro si relaziona con lo spazio circostante.

La sua installazione sonora e interattiva dipende dal movimento dei visitatori nelle sale, rilevato da sensori che provocano suoni inquietanti, ancestrali e arcani, che amplificano i rumori prodotti dai ragni mentre tessono la ragnatela: che per Saraceno diventa una tela cosmica. I suoni più o meno acuti sono trasmessi da casse di destra e di sinistra e dipende dalla posizione del visitatore nelle sale e dai suoi movimenti . Attenzione, imboccato lo scalone, raggiunto il piano nobile,  prima  di varcare la soglia delle sale del piano nobile completamente oscurate,  leggete ciò che ha scritto l’artista argentino sul muro, perché il segreto sta tutto qui:

Dove sono tutti quanti? Se non abbiamo  mai stabilito un contatto con altre forme di vita, forse è perché non siamo mai riusciti a  suonare un unico strumento musicale all’unisono. Allora  forse, queste ragnatele ibride sono  i primi veri strumenti collettivi! I ragni eseguono , insieme e contemporaneamente, una sinfonia complessa nella  quale il suono di una corda si  riverbera su tutte le altre…Se come specie, riuscissimo ad “accordarci”, anche la terra potrebbe riverberare e i pianeti extrasolari potrebbero captare la  nostra oscillazione acustica! Bang… Big.

Questa è la chiave di lettura della sua ricerca di relazione tra i movimenti e le vibrazioni dei ragni e il visitatore, in bilico tra macro e micro mondi, complessi  sistemi biologici che dipendono dai vostri movimenti e sembra procedere all’unisono con i ragni.

Quindi, percorrendo quattro sale oscurate, coi vostri occhi abituati alla condizione di buio, scorgerete qua e là dei forellini al posto di  finestre tappate, puntini di luce che disegnano misteriose costellazioni che sarebbero  piaciute a  Lucio Fontana, che si modificano  a secondo  della quantità di luce che proviene  dall’esterno e dagli spostamenti dei visitatori  da una  sala all’altra. Tranquilli, qui i ragni si intravedono poco ma si sentono mentre tessono la tela  e fanno un  rumore da ascoltare  più che da raccontare, rivelando presenze extraterrestri registrate da satelliti  sofisticati. In queste sale non sarete obbligati a seguire  un itinerario preciso, sala dopo sala  lasciatevi ammantare dal buio muovendovi alla  cieca e sarete in balia di vibrazioni sonore dai suoni acuti o moderati e avrete l’impressione di fare una  passeggiata  nel cosmo. Non  usate i cellulari come torce per  muovervi nell’oscurità, perché perdereste l’incanto, lo stupore non di capire cosa sta accadendo in questa esplorazione meta spaziale, ma di ascoltare composizioni cosmiche dense di implicazioni filosofiche e sociali, con  riferimenti a modelli sociali futuri all’insegna di una equilibrata coesistenza tra tecnologia, uomo e natura. Vi imbatterete in due ragnatele intessute da tre specie di ragni: la Cyrtophora citricola, la Nephila Kenianensis e la Cyrtophora moluccensis, che presentano diversi gradi di socialità, solitari (ragni che vivono soli sulle ragnatele), sociali e semi sociali  (comunità di ragni che vivono su un’unica ragnatela).

Queste ragnatele sono il risultato di una collaborazione che sovrappone, trasforma e ri-orienta le ragnatele creando configurazioni che non esistono in natura e che per Saraceno sono gli unici strumenti di comunicazione e di stupore per chi le osserva e le ascolta come produttori di conoscenza.

La prima ragnatela è sospesa nell’aria, intelaiata in un’esile struttura di metallo, abitata da un solo  ragno, la Cytophora citricola, illuminata da luci direzionate che rivelano la fragilità e la complessità della ragnatela- strumento e dei suoi musicisti,  che vi incanterà  per  un etereo pulviscolo cosmico.

La seconda ragnatela-strumento, invece è presentata in una teca di vetro ed è stata tessuta per tre settimane dalla Cyrtophora citricola e per altre quattro settimane dalla Cyrtophora moluccensis, un’opera sociale che instaura un dialogo tra l’universo, il  ragno e la specie umana.

La mostra è da ascoltare più che da capire e in questa rete cosmica si ode la sinfonia dell’universo.

 
Cosmic Jive: Tomás Saraceno. The Spider Sessions
Museo D’Arte Contemporanea di Villa Croce
www.villacroce.org
 

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