AUGUST SANDER E MICHAEL SOMOROFF. ABSENCE OF SUBJECT

0 Posted by - February 3, 2013 - Recensioni

L’assenza è il tema della doppia personale a cura di Diana Edkins e Julian Sander, organizzata e promossa dalla Fondazione Stelline a Milano, dove sono esposte quaranta fotografe originali di August Sander (Herdorf, 1876; Colonia, 1964), indiscusso maestro del bianco e nero, tratte dalla serie Uomini del Ventesimo Secolo, pubblicata nel 1980. Le fotografie costituiscono lo straordinario e irripetibile catalogo dell’Umanità, composto dai volti e mestieri della gente comune dei primi anni del Novecento. Lungo la parete di destra sono allineati i ritratti anche un po’ grezzi del popolo germanico, costituito da contadini, commercianti, donne, bambini, professionisti, artisti, pasticceri, senzatetto, veterani, giovani contadini vestiti a festa con le biciclette tra le mani e i pantaloni stretti in fondo da un cordino per non “rovinarli”. Catturano l’attenzione dello spettatore la compostezza solenne e la ieratica fierezza di questi soggetti, commuove la dignità dei loro volti, specchio della società della Repubblica di Weimer. Questa gente comune è lontano anni luce dalla teoria della superiorità della razza ariana, un’idiozia che stava contaminando le menti perverse negli anni Trenta della Germania. Questo reportage fu sequestrato nel 1936 dal regime nazista, che ne distrusse parte delle lastre originali: esso ritrae l’Umanità, non la Storia. Gente normale, lontana dal mito del tedesco puro biondo dal corpo possente ed eroico come quello degli atleti dell’antica Grecia, nè tantomeno le donne, così diverse dalla statuaria e algida bellezza di bionde vestali del focolare domestico, dal corpo massiccio, non sensuali ma più somiglianti a matrone o dee della fertilità. Da allora August Sander fu costretto ad abbandonare il suo progetto di Atlante dell’Umanità e si diede ai paesaggi. Le fotografie sopravvissute hanno conquistato musei internazionali e continuano a ispirare fotografi e artisti delle ultime generazioni.

Alla serie di August Sander si accompagnano, confrontandosi e dialogando idealmente con essa, le quaranta fotografie di Michael Somoroff (New York, 1957), un omaggio all’opera del Maestro tedesco. Queste immagini rielaborate – caratterizzae dalla rimozione del ritratto dallo scatto originale – si caricano di pathos e si distinguono da quelle di Sander perché in esse prevale il contesto, con lo sfondo come soggetto. Somoroff svuota le immagini, dando importanza non alle persone ma allo spazio silente, al paesaggio, enfatizzando il rapporto tra uomo e natura. Questo approccio concettuale alla sottrazione del soggetto dimostra che Michael Somoroff ha elaborato la lezione di August Sander, il quale non si limitò a documentare il popolo tedesco, ma ne colse altresì l’essenza come un’umanità complessa. Somoroff, figlio d’arte e enfant prodige della fotografia di fama internazionale, è affezionato a temi esistenziali e filosofici, dove religione, teoria del linguaggio, psicologia e decostruzione postmoderna qualificano e distinguono il suo lavoro. Oltre alle fotografie, sono esposti sei video – capolavori! – tratti dagli scatti originali di Sander, raccolti nella sala sotterranea della Fondazione, una sorta di “cripta” dove il tempo sembra sospeso e dove tutto scorre più lentamente. Il mistero è il protagonista e si preannuncia davanti a un video che rappresenta una porta socchiusa da cui filtra una luce: qui il silenzio amplifica non la Storia, bensì la memoria dell’Umanità sottratta all’oblio del tempo.

August Sander – Michael Somoroff | Absence of subject

Fondazione Stelline
corso Magenta 61, Milano
fondazione@stelline.it; info@stelline.it
www.stelline.it

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