ANTOINE CATALA | HEAVY WORDS

0 Posted by - June 3, 2014 - Recensioni

La personale di Antonie Catala (Tolosa, 1975) da Peep-Hole a Milano rientra in un programma pluriennale con il quale ogni anno la galleria diventa una  sorta di project room in collaborazione con un’istituzione d’arte contemporanea internazionale.

Questa esposizione è complessa  e comprende tre progetti recenti di Antoine Catala, che vanta un curriculum invidiabile; va vista e non raccontata, per l’effetto di cortocircuito visivo e per l’ estetica situazionale post tecnologica che l’artista mette in scena con installazioni capaci di inglobare lo spazio. Il lavoro di Catala è il risultato di un  analisi dissacrante,  d’esprit dada,  degli attuali  strumenti di comunicazione digitali e analogici.

La mostra Heavry Words, presentata in una galleria tra le più interessanti del momento, comprende una trilogia di lavori: Il était une fois (2012), prodotto dal FRAC Champagne-Ardenne in occasione dell’ultima Biennale di Lione e ora parte della collezione del FRAC, una serie di opere esposte recentemente nella personale Image Families all’UKS a Oslo e al Fridericianum a Kassel, e Abracadabra (2013),  insieme a una  parte di Empire State (Roma/Parigi), cui Catala ha aggiunto nuovi elementi realizzati  specificatamente per la mostra milanese.

Varcata la porta d’ingresso della galleria, al primo piano della storica Fonderia Battaglia (1913), entrerete in un rebus visivo, spiazzante, materializzato dall’artista francese attraverso opere che valorizzano l’equivalenza tra oggetto, immagine e parola.  Analisi concettuale sul modello di One and Three Chair (1965) di  Joseph Kosuth, in cui un oggetto vero è presentato insieme alla  sua  riproduzione fotografica in scala 1:1 e alla definizione dello stesso tratta dal vocabolario. In questo modo si confrontano tre diversi elementi, evidenziando le differenze tra l’originale, la riproduzione e il linguaggio.

Sulla stessa linea di rigore concettuale, ma estendendo l’investigazione alla  tecnologizzazione  dei media, ha operato Catala  per evidenziare il ruolo determinante della cultura informatica nell’epoca  della  riproducibilità web. Sappiamo che  qualsiasi parola ricercata su Google può esser associata a numerose  immagini, che se scannerizzate o stampate in 3D,  diventano oggetti reali pronti all’uso. Per Catala ogni  parola è una possibile macchina d’immagini e di immaginari, un incubatore in continua  evoluzione che trasforma il linguaggio in oggetti-sculture attraverso computer, monitor, dispositivi di realtà aumentata, come si vede nell’installazione Il était une fois. Affascina l’ologramma o la proiezione su vapore, utilizzata per riprodurre una  serie di immagini  pulp, di varia  natura: queste e altre trovate si pongono come un rebus oggettivo  da risolvere. Vedrete che  le immagini combinate secondo un ordine preciso ricompongono la tradizionale frase d’incipit  di tutte le fiabe: “c’era una  volta “, come suggerisce il titolo dell’opera in francese.

Anche Abracadabra è una versione più sofisticata dell’analisi del  rapporto tra parola e immagine, grazie a una serie di pittogrammi cinetici creati dalla giustapposizione di segni di interpunzione e di simboli. Così Catala ha tradotto in forma scultorea la comunicazione per immagini del linguaggio delle  emoticon, da toccare oltre che da vedere  per effetti optical-cinetici  tutti da esplorare.

Chiude la  mostra Image Families, dispositivo  immersivo  che  visualizza  la  natura illusionistica e  fantasmagorica delle immagini. Stupiscono le  macchine -simili a uccelli a  forme di droni, che svolazzano  nella  galleria. Attenzione, anche l’aspetto sonoro in questa  kermesse tecnologica  ha un ruolo spiazzante, per  decontestualizzare e rielaborare in chiave tecno/surreale il futuro già presente, in cui i sistemi di apprendimento dei computer  e altre linguaggi digitali  hanno già modificato la percezione  dello spazio e del tempo, in bilico tra natura e artificio, nell’ottica di un’estetica tecno- situazionale ancora tutta da esplorare.

Antoine Catala | Heavy Words

Peep-Hole
in collaborazione con FRAC Champagne-Ardenne, Reims
via Stilicone 10, Milano
info@peep-hole.org
www.peep-hole.org

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