Andrei Molodkin e Franklin Evans sono stati i primi artisti di cui iniziai a scrivere eoni fa.
Andrei Molodkin finì addirittura sul numero 0 di un fogliuzzo kritiko che stampai e pubblicai nel 2009.
Sempre di lui sarei tornato a parlare in occasione della seconda personale milanese.
Idem per Franklin Evans, con cui ho instaurato anche un rapporto di amicizia. Ai primordi ne scrissi qui e in seguito sul portale del caro Paolo Manazza.
Naturalmente lo stesso vale in funzione dei relativi galleristi, Giampaolo Abbondio e Federico Luger, che in questi anni ho un po’ inseguito tra mostre, fiere et cetera.
Bene, fine della pubblicità progresso.
E ora rieccoli qui, tutti e quattro (in verità Molodkin solo in ispirito e non anco in corpore), in occasione dell’inaugurazione del nuovo spazio espositivo di Abbondio e Luger, galleristi uniti da frequentazione di lunga data e stima reciproca, che secondo la formula gestionale della galleria associata, in cui ciascuno mantiene distinte identità e autonomia progettuale, hanno aperto i battenti della nuova galleria milanese, trecento metriquadri con un caveau (!) di sessanta e soffitti che raggiungono quasi i quattro metri di altezza.
In mostra i progetti di Franklin Evans (headandhandinhand) e Andrei Molodkin (Nothing But Blood Can Stop Capital), più Fausto Gilberti (WINDOW PROJECT).
In una temperie storica in cui il curatore dell’imminente Biennale di Venezia dà alla rassegna d’arte internazionale una lettura di carattere fortemente politico/culturale -sono previsti anche dei reading di estratti dal Capitale di Karl Marx– , il lavoro di Andrei Molodkin mostra ancora una volta una totale fedeltà al presente, per il suo insistere sul flusso del sangue petrolio attraverso i confini costantemente stravolti dalla geopolitica e dalla teologia politica.
Di lui potrete vedere una grande installazione -il lemma CAPITALISM, con lettere arrugginite in precario equilibrio- e una serie di carte che in maniera ricorsiva presentano l’apoftegma Nothing But Blood Can Stop Capital che dà il titolo alla mostra.
Fedeltà a sé, rinnovata ogni volta di inediti afflati, che ritroviamo nel progetto di Franklin Evans, nuovamente a Milano con headandhandinhand, paraphernalia rappresentazionale di immagini a parete e impiantito che affastellano lo spazio come uno “spartito” compositivo, che solo con apparente paradosso potremmo definire un’armonia proteiforme e magmatica di note-colore.
Siateci.
Franklin Evans | headandhandinhand
Andrei Molodkin | Nothing But Blood Can Stop Capital
Fausto Gilberti | WINDOW PROJECT
Galleria Pack
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Spazio 22
viale Sabotino 22, Milano
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