ADITYA NOVALI | BEYOND THE WALLS | PRIMO MARELLA GALLERY

0 Posted by - September 25, 2013 - Recensioni

Avete mai sentito parlare di rotable paintings? Se no, andate a scoprirle nella galleria  milanese di Primo Marella: una finestra sul mondo asiatico, dove sono esposte installazioni di  Aditya Novali (1978), laureato in architettura, interessato al design studiato in Olanda, già riconoscibile per manufatti composti da singoli moduli roteanti che invitano lo spettatore ad interagire con essi, creando di volta in volta combinazioni diverse nella medesima opera. L’artista  indonesiano non è attratto tanto dalla costruzione di edifici in sé, ma del concetto di spazio nell’accezione più ampia. E a tal proposito ha dichiarato:

Per me è importante mettere in discussione, sfidare o definire il significato di spazio perché lo spazio è un  supporto che, inconsciamente ha “registrato” gli aspetti storici, sociali, psicologici e anche politici della società

Fatta questa premessa, è importante evidenziare che Aditya Novali ha incominciato a lavorare all’idea di costruzione in serie in seguito alla lettura  di Freedom to Build, un libro  di  John Turner, in  cui si contesta l’epidemia della costruzione di edifici low-coast  esplosa negli anni Cinquanta. Turner  denuncia  il modello di micro-spazi  “alveare”, ambienti incolore,  calcolati solamente in termini economici  e alienanti  per l’uomo poiché  non facilitano la  condivisione ne la relazione. Da questa riflessione, Aditya Novali riprende il concetto dell’environment di possibilità combinatorie spaziali , variazioni geometriche  di  moduli concepite come strutture sceniche, come  manifesto poetico contro le limitazione  di spazi angusti degli edifici popolari e presupposto per  ripensare uno spazio  sospeso  tra realtà  e illusione. Il contenitore  e  non l’abitare o l’ospitare è un elemento comune  dei quartieri  popolari da Occidente a Oriente;  in galleria  sono esposte una serie  di maquette di grandi dimensioni di edifici che riproducono  questo  genere di abitazioni-falansterio, simili  a loculi arredati  con pareti intatte o in rovina, dalle finestre sbarrate, “gabbie” con grate senza alcuna  traccia di inquilini, in cui rimbomba l’assenza di una presenza umana. I suoi moduli  roteabili  s’spirano agli edifici funzionalisti novecenteschi, non case ma “dormitori” illuminati da luce led:  “scene  d’interni” che  evocano i teatrini  prospettici, scatole  tridimensionali di legno  utilizzate  dagli artisti fiamminghi nel Seicento per definire  meglio rapporti spaziali, matematici e scorci di luce plurime. I suoi Walls, seppure ispirati  all’edilizia popolare mettono in scena la  complessità  dei rapporti interpersonali, in cui gli ambienti disabitati, ricolmi di  cose che parlano di vuoti esistenziali sono  da interpretare  come memorie di vita, reperti di un archeologia del presente. Osservando queste opere  dall’atmosfera inquietante, noterete tracce di cibo, cucine, bagni, lavabi e  wc ricolmi  di piante color verde acido, micro riproduzioni degli ambienti domestici  che rivelano l’abilità manuale ed artigianale di Aditya Novali, architetto di  spazi surreali. In questi interni  prevalgono tonalità cupe, che irradiati da  luci led  incorniciano uno spazio metafisico, mettendo  in scena,  senza rappresentarli, i nostri angusti  meccanismi  mentali, prigionieri di griglie complesse percettive non sempre razionali.

Aditya Novali | Beyond the walls

Primo Marella Gallery
viale Stelvio 66, Milano
www.primomarellagallery.com

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