ABDOULAYE KONATE’

0 Posted by - April 19, 2013 - Recensioni

Nella galleria di Primo Marella a Milano non si va mai a vuoto. Qui circola aria nuova e si ampliano gli orizzonti sull’Asia, sull’Africa e i sud del mondo ancora poco conosciuti. E’ in corso la prima personale italiana di Abdoulaye Konaté  (1953, Mali; vive e lavora a Bamako), artista originario del Sud del Sahara dal nome che sembra una formula magica, capace di sintetizzare la cultura locale, permeata di animismo e di relazioni tra natura, animali e uomini, con l’arte concettuale occidentale. Lo caratterizza l’uso del cotone, tra le coltivazioni principali del Mali, materiale di base delle sue opere. Nel cotone c’è la storia dell’Africa, dai colori squillanti e tinture che “dipingono” storie di culture  meticce, scambi, relazioni, soprusi, invasioni e ribellioni di una Nazione che dopo gli abusi  di europei e americani sta per essere acquistata “a lotti” dalla Cina come discarica o territorio da sfruttare fino alle viscere della Terra, essendo generosa di materiali  preziosi necessari per garantire l’esistenza degli imperi. Per Konatè, ex pittore, direttore di Conservatoire National des Arts et Metiers (CNAM) a Bamako, il cotone non è soltanto un elemento decorativo, bensì un referente concettuale, come le tessere di tessuto sovrapposte di colori diversi che compongono scene di riti simbolici sature di riferimenti a proverbi e leggende locali, avvalorati da elementi che invitano a riflessioni sul potere, sulle religioni e sulla condizione umana.

Il cotone costituisce l’ossatura di opere-testimonianza del suo appello alla tolleranza interreligiosa, alla libertà e alla difesa delle tradizioni autoctone.  L’artista, dall’aspetto autorevole, mite e discreto, pacifista convinto, sembra un ibrido tra un profeta e un sacerdote di misteriosi riti ancestrali, salvaguarda la memoria della sua cultura dal rischio dell’omologazione globale e  soprattutto si oppone ai fanatismi e alla minaccia ambientale. Vedrete opere  in bilico tra astrazione e figurazione che trasudano di spiritualità, di eccellente fattura artigianale e di grande impatto scenografico, curate nei minimi dettagli, preziosi come arazzi rinascimentali. Osservando le sue opere lasciatevi rapire dai toni accessi di blu, bianchi e  rossi, che insieme al verde, al nero e al rosso si ricollegano a colori tipicamente africani.

Nel 1989 la mostra Les magiciens de la terre ospitata al Centre Pompidou a Parigi a cura di  Jan Hubert Martin ha portato alla ribalta l’arte contemporanea africana, che da allora continua  ad affascinarci. In Africa, secondo la tradizione, tra gli animali, gli uomini e la Natura corre la linfa della vita; la cultura è prevalentemente orale e l’esistenza delle tribù e dei popoli dipende dalla  capacità di adattamento a un territorio non sempre ospitale, dal clima subtropicale e arido, dove ancora si muore di malaria, febbre gialla, e AIDS. Qui sopravvivere è un dovere per salvaguardare la specie.

La visione del mondo di Abdoulaye Konaté attraversa la favola, il mito e la leggenda popolare e comprende varie forme di classificazione del materiale simbolico rendendolo con ciò stesso accessibile agli occidentali, con opere dall’appeal estetizzante irresistibile che compongono la storia del Tempo e un inno alla vita. Konaté è un esempio del multiculturalismo nell’arte

Contemporanea e le sue opere conservano un’ aurea di ritualità e di magia di un autenticità speciale  che invitano a riflettere sull’identità culturale postcoloniale, smascherando pregiudizi e stereotipi culturali, rendendo manifesta la complessità dei rapporti tra civiltà, poteri e religioni diverse.

Abdoulaye Konaté 

Primo Marella Gallery
via Valtellina amgolo viale Stelvio 66, Milano
info@primomarellagallery.com
www.primomarellagallery.com

No comments

Leave a reply